Cercate un posto letto in un albergo del Triveneto? Andate bene: ce ne sono 1,7 milioni, circa il 34% del totale nazionale, un primato indiscutibile che conferma la spiccata vocazione turistica del Nordest. Una grande capacità ricettiva per un settore di hospitality tonico, sviluppato anche sul fronte delle transazioni immobiliari: se l’Italia frena per i tassi alti e il conseguente credit crunch (-12,5% delle compravendite nel settore alberghiero nel 2023), il Triveneto vanta 118 transazioni nella prima metà dell’anno (sul totale italiano di 622), pari a poco meno del 20%.
Sono i dati più salienti emersi nel convegno “Hospitality Industry 4.0 Focus Triveneto”, organizzato da Aspesi Unione Immobiliare (con il suo presidente territoriale, Gianni Frè, e con quello nazionale, Filippo Oriana) che si è svolto a Mogliano Veneto (TV), basato sullo studio del professore Gualtiero Tamburini, senior advisor di Nomisma.
“Noi prevediamo un trend ancora positivo del comparto immobiliare legato al settore turistico e alberghiero – hanno sottolineato i vertici Aspesi -, soprattutto sapendo cogliere alcune opportunità date dai recenti finanziamenti Pnrr: l’impatto totale in termini di crescita del Pil generato dagli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato stimato in circa l’1%. Senza dimenticare la corretta interpretazione di tendenze che sono divenute imprescindibili in una scelta di rilancio, come il lusso e la sostenibilità declinate in infinite sfaccettature”.
Nella prima parte del convegno, sul tema “Triveneto: le opportunità di investimento, strategie e aspettative degli investitori”, si sono confrontati i relatori Giovanni Bort (presidente della Camera di commercio e Unione albergatori di Trento), Alessandro Belli (responsabile Hospitality Cushman & Wakefield), Luca Boccato (ceo HNH Hospitality) e Mauro Santinato (presidente Teamwork Hospitality), che hanno tracciato le prospettive future e le tendenze del settore.
Nella seconda parte (“Le prospettive del sistema Triveneto: sostenibilità e luxury come processi di innovazione e sviluppo del settore?”) la domanda è stata posta agli ospiti: Graziano Debellini (presidente TH Group e SIO Scuola italiana di ospitalità), Oscar Marchetto (presidente Somec Gruppo), Roberto Marin (director Assurance PwC Italia) e Marco Piva (studio Marco Piva architetto). E ognuno, in sintesi, ha confermato i risultati e le conclusioni dello studio Nomisma: il Triveneto è ancora un territorio in forte crescita, competitivo, pronto ad affrontare con intelligenza e innovazione le sfide e le richieste che il mercato dell’hospitality, presente e futuro, sta già chiedendo.
Un comparto in crescita (stando ai recenti dati diffusi dalla Regione Veneto), che ha superato le cifre record del 2019: nei primi sette mesi del 2023 il numero di turisti che hanno soggiornato in Veneto è superiore allo stesso periodo pre-pandemico (+4% degli arrivi). Stesso andamento per le presenze, che rappresentano il numero di pernottamenti (+0,7%). Con un boom di turisti stranieri, aumentati molto rispetto al 2022 (arrivi +29,6%, presenze +16,4%), tanto da superare anche qui il record del 2019 (arrivi +2%, presenze +1,7%).
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