L’Italia è una delle destinazioni preferite dai turisti stranieri: il nostro Paese è un brand che anche senza troppi supporti di marketing, o perfino malgrado certi scivoloni di recenti campagne, dimostra di funzionare più che bene, fondato com’è su tesori senza pari, arte, cultura, storia, bellezze naturali, primati enogastronomici. Tante così grandi bellezze da indurre i vacanzieri italiani a restare entro i propri confini, con una bilancia pesantemente penalizzante l’outgoing: meno di un italiano su 5 l’anno scorso ha scelto una mèta straniera. Lo sostiene l’Istat: nel 2022 solo il 19,7% di chi si è concesso un periodo di villeggiatura l’ha trascorso fuori dal Belpaese, e solo il 2,5% fuori dall’Europa: il 13,2% è andato in qualche Paese dell’Ue, il 4% in Stati europei ma non facenti parte dell’Unione, come la Svizzera o il Regno Unito.
Sono numeri superiori a quelli del 2020 e del 2021 (rispettivamente l’8,7% e il 10,2% era andato oltre confine), ma inferiori a quelli registrati prima della pandemia (23,7%). Tra l’altro – ricorda TermometroPolitico – si tratta di percentuali calcolate su un denominatore certamente non ampio: in estate ha fatto una vacanza solo il 35,7% degli italiani, con un minimo del 13,5% nelle isole e un massimo del 53,8% a nordovest. Pochi all’estero, dunque, ma dove? Su 100 vacanzieri che si recano oltre confine, il 17,1% ha scelto la Spagna nel 2022, il 12,1% la Francia, il 6,8% la Croazia e il 6,7% la Grecia, che però sale al terzo posto se si considerano i pernottamenti superiori alle 3 notti. Mentre la Francia balza in testa tra le mete estive, battendo la Spagna, che prevale in tutte le altre stagioni. Il Paese più visitato al di fuori del Vecchio continente è il Marocco, seguito da Usa e Egitto.
Se l’outgoing soffre, l’incoming gode. Le previsioni di viaggi in Europa degli americani sono alle stelle. Travel Weekly, rifacendosi a uno studio di Allianz Partner, sostiene che dopo un 2022 molto intenso quest’estate i viaggi dei cittadini Usa nel Vecchio continente aumenteranno del 55% e tra coloro che sceglieranno l’Europa il 25% si dirigerà a Londra: Parigi e Dublino sono al secondo e terzo posto, Roma al quarto e Reykjavik al quinto. La top 10 è completata da Edimburgo, Scozia, Atene, Amsterdam, Lisbona, Portogallo e Milano, che per la prima volta compare nella classifica, scalzando Barcellona. L’estate scorsa i viaggi in Europa sono esplosi dopo due anni di restrizioni dovute alla pandemia: Allianz ha registrato per i turisti americani un aumento del 600%.
La sostenibilità rimane una priorità: la preoccupazione del pubblico rispetto all’ambiente è passata dal 57% nel 2020 al 72% nel 2022. Ma, visto il core business di Allianz, non si può parlare di viaggi se non considerano anche le assicurazioni sui medesimi. E dal Global travel summit di Parigi emergono tre temi, che definiranno il settore delle assicurazioni di viaggio nel 2023: elevati livelli di domanda delle coperture assicurative, aumento della volatilità economica e geopolitica, maggiori aspettative da parte dei clienti. Il volume dei viaggi rimane elevato nel 2023 e l’interesse dei consumatori per le assicurazioni si conferma ben al di sopra dei livelli pre-pandemia. In Belgio, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, le intenzioni di acquisto di un’assicurazione viaggio sono più che raddoppiate tra il 2019 e il 2022. Ma l’elevata domanda è accompagnata da un aumento delle aspettative nei confronti del proprio assicuratore, soprattutto una gestione più tempestiva dei sinistri e una maggiore reattività.
Allianz Partners rileva dunque una domanda crescente, inclusa la gestione di oltre 72 milioni di casi complessivi nel 2022, con un aumento di quasi il 13% su base annua, puntando sull’human touch, ovvero servizi personalizzati quando si affrontano situazioni complesse, in particolare le emergenze mediche.
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