Nuovo bilancio sul turismo targato Istat: da gennaio a settembre le presenze sono aumentate di circa il 40% rispetto ai primi nove mesi del 2021, un recupero consistente che però a confronto con il 2019 pre-pandemia, anno definito record per il turismo, lascia ancora sul campo circa 39 milioni di unità (13,8% di stranieri e 6,7% di italiani). In più, nel primo semestre 2022 gli occupati nel turismo sono stati circa 339 mila, 26 mila in meno rispetto al pre-Covid (-7,2%). Il quadro conferma la netta ripresa del settore-traino dell’economia italiana, ma dice anche che la strada per ritornare ai livelli raggiunti fino al 2019 è ancora lunga. E su questa strada in netto sorpasso è ancora una volta il settore d’alta gamma.
La conferma è appena arrivata da Cannes, dove s’è tenuta la fiera ILTM (The Luxury Travel Market International), il principale evento b2b per i viaggi di lusso, dove ha partecipato l’Italia con Enit, in uno stand di oltre 660 mq, che ha coinvolto 19 regioni e Roma Capitale per offrire ai buyer internazionali un’ampia gamma di prodotti e servizi, come boutique hotels, beach resorts, attrazioni culturali e uniche, ecotourism family, travel gastronomic experiences, golf resorts, meeting & conference venues e molto altro.
La buona notizia è che l’Italia risulta tra le destinazioni preferite dai viaggiatori “top di gamma” che cercano arte, cultura ed enogastronomia. Per i turisti francesi, ad esempio, negli scorsi mesi di ottobre e novembre, l’Italia è stata il secondo Paese di destinazione (dati di Google destination insights), preceduta dalla Spagna e seguita dagli Stati Uniti. Non solo: nei primi sei mesi del 2022, i viaggiatori francesi in Italia hanno speso circa 1,6 miliardi di euro (+180% sul 2021, su dati Enit-BankItalia). E per questo mese di dicembre le prenotazioni aeree dei francesi verso l’Italia risultano in linea con quelle del medesimo mese 2021, con un’incidenza sul totale internazionale del 6,0% (dati Forwardkeys).
L’industria italiana del turismo sembra dunque in grado di soddisfare la clientela di fascia alta che (secondo un’indagine Virtuoso), si aspetta, oltre alla sicurezza tanto ricercata negli ultimi anni, ancora più consulenze, viaggi-evento, esperienze personalizzate iperesclusive e soprattutto responsabili. E con così forti impatti su molti settori del made in Italy, il turismo di fascia alta è un elemento essenziale per la ripresa dell’economia italiana.
Nonostante le tensioni geopolitiche ed economiche, il trend sembra resterà molto positivo anche nel 2023. Anche grazie a millennial e generazione Z, clienti più giovani alla ricerca di esperienze responsabili e nuove, per le quali gli operatori si stanno attrezzando, anche nell’offerta turistica di lusso, sempre più qualitativa e sostenibile, che “contribuisce anche alla valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale”, come dice l’ad di Enit Ivana Jelinic. Un ottimismo che sembra condiviso dai grandi gruppi alberghieri, vista l’apertura di 60 hotel di lusso nel 2022.
Secondo un nuovo report dell’istituto demoscopico Notosondaggi, la tipologia di prenotazione più utilizzata dalla clientela di altagamma è il contatto diretto con la struttura (47,8%); a seguire le OTA (29,1%), i siti web, i social delle strutture. L’identikit degli ospiti vede italiani e stranieri, soprattutto dall’Europa: Germania (72,7%), Francia (53,5%), Usa (25,0%).
Le città d’arte e le grandi città in genere sono le mète più frequentate. Secondo Global Blue (la società di rimborso delle tasse sugli acquisti turistici con sede a Nyon, in Svizzera) e Lybra Tech (società di consulenza turistica che si basa sui big data), è Milano ad attirare maggiormente. In tre mesi (da agosto a ottobre scorsi) Milano ha fatto registrare il più alto livello di spesa tax free in Italia (33%), superando così la performance legata al tax free shopping del pre-pandemia, con un tasso di recovery del 110%. Ma Milano batte anche le altre città per lo scontrino medio (1.366 euro), il valore più alto in Italia, con un +17% sul 2019 (resta da verificare se a più spesa corrispondono più acquisti, o solo un aumento dei prezzi). Inoltre, guidano la ripresa della città le aree del centro e del quadrilatero della moda con un tasso di recovery rispettivamente del 112% e il 110% se confrontati con il 2019. Per quanto riguarda le nazionalità dei visitatori, Milano vanta anche un mix molto composito: nei termini della spesa tax free, in testa sono i turisti dagli Stati Uniti (25%), seguiti dai Paesi Arabi (16%) e del sud-est asiatico (11%).
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