Il MICE (meetings, incentives, conferences and exhibitions) è stato il segmento di turismo che ha subìto più perdite durante la pandemia, sterilizzato dalle limitazioni agli spostamenti e dal massiccio ricorso a webinar e riunioni da remoto. L’anno scorso l’industria dei congressi e degli eventi aziendali ha iniziato la ripresa: nei primi sei mesi, ad esempio, i viaggiatori dall’estero in Italia per motivi di lavoro hanno speso quasi tre miliardi di euro. Nel corso nel 2022 in Italia sono stati organizzati quasi 304 mila tra congressi ed eventi business (+251% rispetto al 2021), per oltre 21 milioni di partecipanti (+362%) con 31,7 milioni di presenze (+366%). È indubbiamente una ripresa, ma ancora incompiuta: il settore ha recuperato il 65% sul 2019, l’annata di riferimento pre pandemia.



Il quadro è fornito dall’Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi (Oice), con un report promosso da Federcongressi&eventi realizzata dall’Alta Scuola di economia e relazioni internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri. Ma lo stesso studio avvisa anche del costante miglioramento nel primo semestre 2023, con la previsione di colmare la distanza dal 2019 entro l’anno e altrettanto buone prospettive per i fatturati.



“Segnali molto positivi, ma questo non ci impedisce di essere consapevoli di quanto il momento storico sia complesso, evidenziando ancora di più la capacità del MICE italiano di essere resiliente, propositivo e proattivo – avverte Gabriella Gentile, presidente di Federcongressi&eventi -. Per favorire in ogni ambito la crescita della meeting industry continuiamo nella nostra missione di valorizzazione dell’identità del settore e di supporto concreto agli operatori affinché lo sviluppo delle singole imprese coincida sempre più con lo sviluppo dell’intero comparto e viceversa”.



Lo scorso anno sono state le aziende il principale motore del settore: il 53% degli eventi erano aziendali come lanci di prodotto, convention e meeting, quelli delle associazioni medico-scientifiche valgono quasi un terzo del mercato mentre quelli delle Istituzioni pesano per il restante 16%. Nei primi mesi del 2022 le limitazioni sanitarie hanno condizionato la provenienza dei partecipanti: sei eventi su dieci hanno riunito persone provenienti dalla stessa regione; il 28,5% ha avuto una platea nazionale e l’8,3% internazionale. Per quanto riguarda le sedi impiegate gli hotel con disponibilità di spazi congressuali hanno ospitato il 77% degli eventi, le sedi istituzionali il 9%, gli spazi non convenzionali il 6% e le dimore storiche non alberghiere il 2,5%. I centri congressi e le sedi fieristico congressuali hanno ospitato il restante 3,4% degli eventi. Secondo l’Ossservatorio gli alberghi rispondono in maniera specifica alle esigenze di chi organizza meeting, corsi di formazione e convention, mentre i centri congressi con i loro spazi espositivi, sala plenaria e sale di sottocommissione sono adatti ai bisogni dei meeting associativi. La maggior parte dei congressi e degli eventi (59%) si è svolta al Nord. Il Nord Ovest con 96.826 eventi ha registrato l’incremento maggiore sul 2021 (+221,8%), recuperando il 74,6% degli eventi del 2019, mentre il Nord Est ha ospitato 82.538 eventi (il 69,7% di quelli del 2019), registrando un incremento anno su anno del 214,2%. Il Centro ha ospitato il 24.4% degli eventi, il Sud il 10,4% e le Isole il 6,2%.

“Il mercato del turismo business è un segmento sulla cui crescita investe costantemente Enit – dice Ivana Jelinic, presidente Enit -. L’Italia legata al turismo business scala le classifiche mondiali Icca (International congress and convention association): è terza a livello globale e seconda in Europa con oltre 520 meeting dopo la Spagna (528) e gli Usa (690) saldi al primo posto. Nel 2022 circa l’85% dei meeting si sono svolti in presenza, circa 9 mila su un totale di oltre 10.500. Roma e Milano sono al quattordicesimo e diciottesimo posto con 79 e 66 meeting rispettivi, mentre nel ranking europeo salgono entrambe di una posizione. I viaggi del futuro coniugano sempre di più tempo libero e business. Già nel 2021 si è assistito ad una ripresa del segmento business, cresciuto del +31% rispetto ai livelli del 2020, quando la spesa globale per i viaggi aziendali aveva subito un calo del -56% sul 2019”. “Il 2022 è stato l’anno della rivincita della meeting industry italiana – commenta Roberto Nelli, responsabile scientifico dell’Osservatorio -: gli eventi hanno ripreso con vigore il loro cammino di crescita interrotto due anni prima e le sedi si sono rimesse in gioco innescando un virtuoso percorso di sviluppo fatto di investimenti nella prospettiva dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e della comunicazione”.

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