Secondo l’ICC (l’indicatore dei consumi di Confcommercio) in dicembre si calcola una variazione dello 0,6% in termini congiunturali e del 12,0% su base annua. Nella media del 2022 la variazione si attesterebbe all’8,2%. Le incertezze che caratterizzano molti mercati delle materie prime consolidano le aspettative di una prima parte del 2023 ancora difficile sul versante dei prezzi. Si rafforzano, pertanto, i timori di un progressivo deterioramento della domanda e delle prospettive di crescita del Paese. Consumi in sofferenza, insomma, stando all’ultima analisi di Confcommercio, con l’unica eccezione dei servizi (+2,3%), trainati dal turismo.



Si parla di una moderata recessione tecnica. “Ma il turismo è un’industria che sta dando ottimi segnali: sapere di riavvicinarci ai dati del 2019 deve essere motivo di orgoglio. Nel mondo c’è tanta voglia d’Italia, che in questo periodo di festività accoglierà il doppio dei visitatori stranieri rispetto allo scorso anno”, ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè, commentando gli ultimi dati previsionali di Federalberghi: oltre 17 milioni di italiani in viaggio nelle festività tra Natale e Capodanno (12 milioni a Natale, 5 milioni e 400 mila a Capodanno), per un giro d’affari superiore ai 13 miliardi di euro, con una spesa sui livelli del 2019. “Ma tutto questo – ha ricordato Santanchè – non ci basta. C’è ancora un margine da recuperare rispetto al periodo pre-pandemico per raggiungere risultati anche migliori del 2019 e, soprattutto, renderli strutturali. Il settore va sostenuto con risorse e investimenti”.



Per il momento, però, bisognerà accontentarsi delle misure previste in manovra, che per il turismo si suddividono in quattro capitoli: il fondo di ammodernamento per gli impianti di risalita e di innevamento (30 milioni per il 2023, 50 per il 2024, 70 per il 2025 e 50 per il 2026); il fondo per i piccoli comuni a vocazione turistica (10 milioni per il 2023, che dovrebbero diventare 12 per il 2024 e il 2025); il fondo per l’offerta professionale nel turismo (5 milioni per il 2023, 8 per il 2024 e 8 per il 2025); e il fondo per il turismo sostenibile (5 milioni per il 2023 e 10 per il 2024 e 10 per il 2025). In tutto, per il prossimo anno sono previsti dunque appena 50 milioni, che sembrano davvero insignificanti. Specie considerando il recente rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), “Tendenze e politiche del turismo”, secondo il quale la ripresa del turismo dopo la pandemia rischia di vacillare a causa della perdita di slancio dell’economia globale dovuta allo shock energetico generato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, all’inflazione elevata e all’indebolimento del potere d’acquisto delle famiglie.



L’Ocse non crede che ci sarà “una vera ripresa del turismo internazionale prima del 2024 o del 2025”. Inoltre, secondo il Segretario generale dell’Ocse Mathias Cormann, le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina minacciano la ripresa del settore.

Ancora incertezze, insomma, ma pur riducendo il periodo di vacanza e decidendo sempre più sottodata, alle vacanze di Natale e Capodanno gli italiani sembra non vogliano rinunciare (secondo Federalberghi). Con la montagna ancora protagonista: picchi di prenotazioni all’80% per Capodanno e al 50% per Natale, con un’affluenza agli impianti di risalita che nelle località clou si allineerà ai livelli del 2019. Bene anche le terme (+10% al nord e centro rispetto al 2019) e le città d’arte (Venezia sfiora il sold out).

Ritornano gli stranieri, con oltre 5 milioni di presenze per queste festività, con alberghi prima scelta per francesi, tedeschi e inglesi che pernottano in media 4 notti. Mentre gli americani, grazie anche al cambio ancora molto favorevole euro/dollaro e a una propensione alla spesa alta, si trattengono per un periodo più lungo, almeno 8 notti, optando anche per gli hotel 5 stelle. Gli aeroporti riprendono la loro vivacità e sono il termometro del ritorno degli stranieri, con un +10% di passeggeri in arrivo in quelli del Nord.

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