Il consuntivo dell’annata turistica va fatto a fine dell’annata stessa, tante sono le variazioni in corso d’opera da inficiare qualsiasi tentativo di bilancio parziale, specie se di mezza estate. Vale insomma la stessa raccomandazione che si fa per tirare le somme dell’andamento meteo: solo a fine anno si può dire con cognizione di causa se è piovuto più o meno, se le temperature hanno subito rialzi o ribassi, e così via. Sono sinusoidi, che vedono anche molti picchi, sia alti che bassi, che però alla fine forniranno la media di riferimento. Così in questi giorni delle ferie di agosto si susseguono simil-bilanci isterici di entusiasti e apocalittici. Meglio quindi basarsi su dati certi, anche se come si diceva bisognerà poi unirli a quelli dei mesi da qui in avanti.



Per ora, Bankitalia informa che il saldo della nostra bilancia turistica risulta in surplus di 2,3 miliardi fino allo scorso maggio, in leggero aumento sullo stesso periodo del 2022 e anche del 2019, l’anno record, ultimo pre-pandemia. Si tratta del frutto della crescita della spesa dei viaggiatori stranieri in Italia, che sfiora i 5 miliardi, praticamente il doppio di quanto spendono gli italiani all’estero. “Un dato significativo – ha commentato il ministro Santanchè -, soprattutto in questi giorni in cui leggiamo numeri che evidenziano una flessione dei flussi turistici per il periodo di agosto, che non possiamo certamente ignorare ma che non ci devono neanche portare a fare un’analisi dettagliata senza tenere conto delle tante variabili in gioco. Il dato di BankItalia evidenzia quanto il settore sia importante per l’economia nazionale. È il turismo a trainare la crescita dell’occupazione, specie nel sud dell’Italia”.



Per quanto riguarda agosto, Enit (Agenzia nazionale del turismo), su dati di The data appeal company, informa che sarebbero 702 mila 500 i passeggeri in arrivo nel mese negli aeroporti italiani, +1,1% rispetto ai 694 mila e 800 dell’agosto 2022. Sono soprattutto i turisti stranieri a transitare nei varchi dei nostri aeroporti, dove solo il 19,9% è italiano, mentre spiccano ancora i turisti statunitensi (17,3%), seguiti da quelli spagnoli (4,9%), francesi (4,2%) e canadesi (3,6%). Nel 35,7% dei casi si tratta di coppie in vacanza. La classe di viaggio è per l’87,8% l’economy, anche per il caro prezzi dei voli dell’estate 2023. Gli arrivi maggiori sono da 5 aeroporti di provenienza per agosto: New York JFK, Toronto Lester B Pearson, Madrid Barajas, Seoul Incheon e Buenos Aires Ministro Pistarini.



Sempre Enit dà conto, per il mese centrale dell’estate, di un picco positivo di prenotazioni online di posti letto nei giorni di Ferragosto, con 6 camere piene su 10, al netto delle strutture ricettive che in questo periodo di alta stagione optano per le prenotazioni dirette off-line, per cui non tutta l’offerta in agosto propone la sua disponibilità sulle OTA (prenotazioni web). Secondo Assoturismo, per il weekend lungo di Ferragosto – cinque notti, dall’11 al 16 agosto – sono previste 17 milioni di presenze turistiche (60% italiane) nelle strutture ricettive ufficiali: numeri in crescita rispetto alle ultime settimane, ma lontani dal sold out.

Nelle prenotazioni in hotel (da 3 a 5 stelle) del weekend dal 4 al 6 agosto 2023, e nonostante i prezzi di alta stagione, Enit (stavolta su dati Remtene) informa che l’Italia ha mantenuta elevata la competitività nelle località termali (149 euro a notte), nelle città d’arte (157 euro) e nelle destinazioni eno-gastronomiche (155 euro). Seguono per prezzo le località di lago (182 euro), di montagna (220 euro) e di mare (224 euro). “Dallo studio condotto a giugno su 10 mercati stranieri con 5.000 intervistati – commenta Ivana Jelinic presidente Enit – emerge una più capillare distribuzione dei turisti internazionali che visitano l’Italia durante tutto l’anno. Le vacanze in Italia vengono programmate con largo anticipo rispetto il viaggio, prevalentemente tra i 2 e i 6 mesi prima della partenza, periodo indicato dal 29,3% degli intervistati. Solo l’11,1% ha prenotato la settimana prima di partire. E così, anche per l’estate in corso sempre più stranieri si mostrano intenzionati a soggiornare nelle località italiane. Tra i più attratti ci sono statunitensi, polacchi e spagnoli”.

Analizzando l’ultimo quinquennio, la spesa media per un viaggio in Italia si aggira intorno ai 1.760 euro. Gli statunitensi spendono di più, mentre gli spagnoli e i francesi di meno. Gli americani, infatti, investono molto di più di ogni altro turista internazionale. Il 32,3% tra i 2000 e i 5000 euro per l’ultimo soggiorno effettuato in Italia e, anche per la lunga distanza, ben oltre la quota complessiva ferma al 18,5%. Provengono da Spagna e Francia i turisti che spendono di meno. Nel dettaglio, il 50,6% degli spagnoli e il 44,5% dei francesi hanno speso tra i 500 e 1500 euro. Le località balneari e le città d’arte sono le destinazioni più apprezzate, hanno ospitato rispettivamente il 36,6% e il 31,2% degli stranieri intervistati. Ma anche i laghi destano un certo interesse (l’11,3% del campione). A seguire, la montagna (6,9%) e i borghi (6,2%).

La meta del soggiorno viene scelta principalmente per apprezzare le bellezze naturali del luogo (41,5%), per vedere un posto nuovo (34,3%) e per ammirare il patrimonio artistico (30,5%).

Dall’indagine Enit risulta che il 70,4% degli intervistati ha viaggiato all’estero per vacanza negli ultimi 5 anni. Il 49% di questi afferma di essere stato in Italia. Il 51,0% una sola volta, il 27,8% 2 volte, il 21,2% almeno 3 volte. L’estate si conferma il periodo più gettonato: il 66,7% dei rispondenti ha visitato l’Italia durante la bella stagione, il 30,2% in autunno, il 13,0% in inverno e il 29,8% in primavera.

Oltre la metà del campione (56%) è ricorso alla prenotazione online tramite siti e piattaforme (Booking il 37 %; altri siti il 19 %). Le agenzie di viaggio sono state scelte dal 18,4%.

Le tipologie di turismo più praticate (indicate da oltre l’80 % dei rispondenti), e che soddisfano maggiormente i viaggiatori (voto medio conferito pari a 7), sono quelle culturali, enogastronomiche e naturalistiche.  Lo stile italiano (sostiene Enit, su dati IZI) è tra gli aspetti che più rimane impresso nei ricordi degli intervistati, con un valore pari al 44,5%. A seguire le bellezze naturalistiche (38,8%), il patrimonio culturale (33,4%), i prodotti enogastronomici (32,2%) e le tradizioni (30,4%). I viaggi sostenibili ottengono una valutazione media pari a 6,4, considerando una scala da 1 a 10.

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