Il banco vince sempre. O quasi. Faites vos jeux. Les jeux sont faits. Rien ne va plus. Si stenta a credere come questa consueta e abitudinaria sequenza possa risultare sconosciuta a qualcuno. Un tavolo ampio, di forma rettangolare, alcuni riquadri, molti dei quali contenenti numeri. Rosso e nero. Il colore prevalente, però, è il verde. Il cosiddetto colore dei soldi che, soprattutto in questa occasione, non possono mancare nonostante la loro rappresentazione avvenga mediante la più banale delle riproduzioni: gettoni. Molti gettoni.
Sul lato opposto a questo campo di battaglia, l’oggetto stesso della battaglia: una roulette con la sua unica alleata e indissolubilmente fedele pallina. Il destino di tutti? In mano a una sola persona, il croupier. Probabilità di sopravvivere? Nella più elementare e tradizionale formula, un caso su trentasette. Tradotto: una sconfitta pressoché certa, ma, fino al termine del gioco non è detto con certezza poiché i numeri prevedono anche questo caso. Raro. Una rarità che, comunque, può accadere al pari di quella che si è potuto apprendere dal più importante e rappresentativo “banco di gioco” del Vecchio continente.
Venerdì, attraverso un comunicato stampa, sono stati pubblicati i principali dati di bilancio 2023 della Bce. La madre delle banche europee, il centro finanziario in quel di Francoforte, il crocevia di gioie e dolori dell’intera Europa (e non solo). Insomma: un croupier, dotato di roulette, pallina e i nostri soldi (indirettamente). Faites vos jeux.
Per evitare numeri e tecnicismi potenzialmente noiosi (sconosciuti ai più) tralasciamo volutamente di riportare gran parte delle voci di bilancio soffermandoci, invece, al principale dato in fondo a ogni prospetto contabile annuale: «La Bce registra una perdita di 1,3 miliardi di euro (zero nel 2022) dopo l’utilizzo del fondo rischi finanziari per 6,6 miliardi di euro», «La perdita sarà portata a nuovo nel bilancio della Bce e coperta con gli utili futuri». Tutto vero. Les jeux sont faits. La Bce ha registrato una sconfitta nel corso dell’ultimo anno. Anche lei può perdere e ha perso. Rien ne va plus. Il banco è stato sbancato. Tutto questo è realtà, ma allo stesso modo è obbligatorio approfondire alcuni aspetti che, nei fatti, vede il risultato (negativo) conseguito dalla Bce come una vittoria. Sonora.
Nel comunicato si apprende come «Tale perdita, dopo quasi due decenni di utili significativi, riflette il ruolo dell’Eurosistema e i necessari interventi di politica monetaria finalizzati all’assolvimento del suo mandato primario di mantenere la stabilità dei prezzi e non ha alcun impatto sulla capacità dell’Eurosistema di condurre una politica monetaria efficace. Il rialzo dei tassi di interesse di riferimento della Bce per contrastare l’inflazione nell’area dell’euro ha determinato un incremento della spesa per interessi sulle passività della Bce remunerate a tassi variabili. Gli interessi attivi percepiti dalla Bce non sono invece aumentati nella stessa misura o allo stesso ritmo, poiché le attività sono prevalentemente a lunga scadenza e tassi fissi. Verosimilmente la Bce subirà perdite nei prossimi anni, per poi tornare a conseguire utili in modo duraturo».
L’intera spiegazione appare molto chiara e ragionevole tenuto conto dell’intero scenario che abbiamo vissuto nel corso di questi ultimi anni. Una perdita netta di soli 1,3 miliardi di euro è decisamente un’inezia. Vogliamo stressare questo gap contabile ampliandolo senza il ricorso alla compensazione con il fondo rischi finanziari? L’importo della perdita ammonterebbe a poco meno di otto miliardi: 7.886 milioni di euro. Quisquilie.
Il motivo alla base di questo nostro banalizzare sulle perdite altrui? Presto detto. All’inizio della nota riportata si leggeva di «quasi due decenni di utili significativi». Ricordando che l’arco temporale a cui si fa riferimento corrisponde inequivocabilmente al periodo dei cosiddetti tassi di interesse negativi o quanto meno a zero, chi, oggi, è in grado di quantificare l’intero ammontare dei cosiddetti «utili significativi» conseguiti dalla Bce?
Un aiuto. Si tratta di una somma monstre. Provate a indovinare. Date un numero. Faites vos jeux. In questa “partita” siamo fiduciosi (purtroppo) di incappare in una probabilità molto più bassa rispetto al sopracitato rapporto di 1/37. Rispondiamo noi. Consultando il sito internet della stessa Bce (vers. italiana), alla sezione “Facciamo chiarezza“, si giunge al testo intitolato “Da dove derivano gli utili e le perdite della Bce e delle banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro?” (pubblicato il 16 febbraio 2017 e aggiornato il 19/05/2023) e, proseguendo, si approda a un successivo paragrafo capeggiato da un ulteriore quesito: «Cosa succede se l’Eurosistema subisce una perdita?». Nella risposta, rispetto ai precedenti «utili significativi» si apprende di un loro mutamento, ora, diventati «utili elevati». Ecco il riscontro testuale: «Se si verifica una perdita, possiamo cercare di coprirla attingendo innanzitutto agli utili ottenuti negli anni precedenti. La Bce e le altre banche centrali dei paesi dell’area dell’euro hanno realizzato per diversi anni utili elevati, circa 300 miliardi di euro tra il 2012 e il 2021». Avete letto bene. Un utile complessivo pari a 300 miliardi di euro in poco più di dieci anni.
Sulla base di queste risultanze, chiediamo a voi, se la perdita conseguita nel corso del 2023 possa rappresentare un problema in capo al principale Istituto bancario europeo. Paradossalmente, una plausibile e condivisibile risposta, potrebbe rifarsi all’incipit della sezione alla quale abbiamo fatto riferimento. «La Banca centrale europea non è come le altre banche». Rien au numéro. Partita finita. Il banco ha vinto. Come sempre.
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