L’ultima edizione dell’International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale GTIL conduce a livello globale sui dirigenti di oltre 2.500 imprese del mid-market, evidenzia un clima generale di fiducia sulle aspettative future verso alcuni dei principali driver di sviluppo economico, nonostante le numerose sfide che continuano a caratterizzare lo scenario macroeconomico globale.



Il report mostra un netto miglioramento della fiducia delle imprese sulla ripresa economica a livello globale, con un aumento dell’8% nel 2023 rispetto alla seconda metà del 2022. Tuttavia, in Italia l’ottimismo rimane basso, con un calo dell’1% (passa dal 47% al 46%). Nonostante ciò, i numeri evidenziano una tendenza positiva per le aziende italiane. Infatti, il 56% di esse stima di avere una crescita dei ricavi, con un aumento del 7% rispetto al semestre precedente. Questo dato risulta positivo anche a livello europeo, con il 54% delle aziende che prevede un aumento dei ricavi e una crescita del 5%



Oltre alla crescita dei ricavi, il 43% delle aziende italiane prevede di assumere nuovo personale nei prossimi mesi, un dato che segnala un certo grado di ottimismo riguardo all’andamento dell’economia italiana.

Il dato sui salari è particolarmente sorprendente, in quanto l’11% delle imprese italiane prevede di aumentare le retribuzioni, rispetto a un più contenuto +3% relativo a quelle europee e al +1% a livello globale.

Inoltre, il numero di imprese in Italia che prevede di assumere personale nel corso dell’anno è in aumento, superando la media europea e avvicinandosi a quella globale. Le aspettative di espansione sui mercati internazionali restano generalmente elevate a livello globale, con il 47% delle aziende che prevede una crescita dell’export (45% nella seconda metà del 2022), mentre in Italia il dato diminuisce dal 41% al 37% e l’Europa rimane stabile al 37%.



L’IBR registra un’importante crescita degli investimenti aziendali a livello globale, soprattutto in merito alla formazione delle competenze dei dipendenti e alla ricerca e sviluppo, il 57% delle imprese sta rafforzando gli sforzi in questo ambito, che si traducono in una maggiore professionalità e capacità di innovazione. Non solo: sempre più aziende stanno riconoscendo l’importanza di investire in nuove idee e progetti, portando il budget di R&S al 54%. Questi dati rappresentano un’ottima notizia per l’economia, poiché dimostrano come le imprese stiano investendo in modo corretto per aumentare la propria competitività sul mercato globale.

Gli effetti del conflitto russo-ucraino, l’inflazione elevata e l’impennata dei prezzi dell’energia restano fattori potenzialmente critici che influiscono sulla crescita, ma in misura minore rispetto al secondo semestre del 2022. A livello globale, più della metà delle aziende riconosce nell’incertezza economica e nei costi dell’energia (rispettivamente il 58% e il 54% delle società intervistate) i principali vincoli alla produttività, seguiti dalla disponibilità di forza lavoro qualificata e dal costo del lavoro (entrambi al 53%).

L’IBR mette in evidenza anche il quadro positivo degli investimenti, in particolare nel campo tecnologico, competenze del personale e ricerca e sviluppo. Infatti, in ambito tecnologico, il 61% delle aziende a livello globale prevede di aumentare gli investimenti nei prossimi 12 mesi, in Europa il dato si attesta al 50%, mentre in Italia è in leggera diminuzione (dal 54% al 52%). Nonostante gli ostacoli sul fronte dell’incertezza economica e dei costi energetici, prima evidenziati, le imprese stanno dimostrando una rinnovata fiducia nell’economia e nella finanza, guardando al futuro con ottimismo.

In generale, questi dati suggeriscono una tendenza positiva per l’economia e la finanza globale, che sembrano riprendersi gradualmente dalla crisi degli ultimi anni. Tuttavia, è importante rimanere prudenti e monitorare attentamente l’evoluzione della situazione economica, al fine di adottare le strategie più opportune per garantire la sostenibilità delle imprese e l’occupazione.

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