Trent’anni, un bel traguardo, l’occasione giusta per Federturismo di certificare l’ottima salute riconquistata dal segmento industriale italiano più in forma, vero traino del valore nazionale, appunto il turismo. “Sulla visione iniziale di riconoscere al turismo il valore di industria – ha detto, in Camera di Commercio, la presidente Marina Lalli durante l’incontro per celebrare l’anniversario – s’è basata tutta la storia della Federazione. Nata da un’intuizione dei vertici di Confindustria all’inizio degli anni ’90, Federturismo conta oggi più di 9.000 imprese associate tra le più grandi e importanti tra tutti i settori della filiera turistica.



Un bel traguardo, ma anche un grande punto di partenza. Da allora il mondo del turismo è cambiato, sono cambiati i comportamenti, le preferenze e le attitudini dei viaggiatori: l’obiettivo per il futuro è generare valore economico e nuove opportunità per le destinazioni, puntando su sostenibilità, innovazione ed esperienzialità. Il turismo in questi anni ha dimostrato di essere un fenomeno in grado di superare ogni barriera, di modificare i suoi percorsi e di non fermarsi mai. Anzi è stato capace di proseguire una crescita che non ha paragoni con altri settori dell’economia, contribuendo allo sviluppo e al benessere socio-economico, spesso come fattore chiave e determinando benefici in molteplici altri settori ad esso collegati”.



Per indagare proprio su questi riverberi, Federturismo ha affidato a Banca Ifis la realizzazione di uno studio innovativo per misurare l’impatto del turismo non solo sulle filiere tradizionalmente interessate, ma anche su quelle che più indirettamente nel corso del tempo sono diventate grandi beneficiarie del successo del nostro Paese nel panorama dei viaggi a livello internazionale. Pochi dati a riassumere lo status quo: sugli oltre 255 milioni di arrivi turistici in Italia stimati per il 2022 (inclusi 90 milioni di escursionisti e 57 milioni di ospiti presso parenti e amici) si sono registrate oltre 352 milioni di esperienze. La durata del viaggio è passata da 4,4 notti del 2019 a 5,1 per il 2022, con una crescita del 16%. Tempo di permanenza e numero di esperienze sono le determinanti che hanno portato ad un incremento del 16% della spesa pro capite (anche al netto dell’inflazione) sui valori pre-pandemia. In particolare, la spesa per musei, mostre, eventi, shopping e altre attività è cresciuta del 15% (da 194 a 224 euro tra il 2019 e il 2022). Il conto economico 2022 ha registrato un incremento del 5% sui valori del 2019.



La ricerca ha identificato sette esperienze che descrivono l’offerta turistica italiana: “Cultura e riscoperta dei territori”, “BenEssere”, “Enogastronomica”, “MICE e Grandi Eventi”, “Shopping”, “Natura e Svago” e “Spirituale”. Tutte esperienze che generano a loro volta sostanzialmente tre impatti: un effetto economico innescato dai consumi e dall’occupazione delle imprese del turismo (79 miliardi di euro/anno) che si traduce in forza lavoro e che abbraccia 12 settori produttivi differenti, dall’hospitality all’agroalimentare, all’intrattenimento, al real estate fino alla cantieristica, ma anche servizi finanziari, sanità e istruzione; l’effetto “country of origin” (16 miliardi di euro/anno): l’esperienza vissuta in Italia impatta positivamente sulle esportazioni di Made in Italy indirizzando le scelte d’acquisto future del turista tornato a essere consumatore nel proprio Paese; il contributo al soft power italiano: il turismo esperienziale continua a vivere nei racconti post viaggio e su questo si costruisce un driver reputazionale. Quanto meglio si sarà trovato il turista, più ricche saranno state le sue esperienze, e più ne parlerà ai suoi contatti, facendo crescere l’influenza del “brand” Italia e rappresentando un volano per l’export italiano. Lo testimonia il nono posto occupato dall’Italia nel Global Soft Power Index stilato da Brand Finance per il 2023 in cui è dimostrato che senza il contributo delle sette esperienze e i riflessi positivi che queste generano in termini di coinvolgimento, l’Italia perderebbe posizioni scivolando da nona a sedicesima.

“Come banca delle piccole e medie imprese italiane ha commentato Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis – siamo consapevoli dell’importanza che il turismo riveste per la crescita economica e sociale del nostro Paese. Proprio con questo spirito, abbiamo voluto realizzare lo studio che mostra i nuovi trend di questa industria e le opportunità che rappresenta per l’Italia. Ne emerge un quadro dove l’imprenditore del turismo, ben rappresentato da Federturismo, si connota oggi più che mai come un ideatore e promotore di esperienze che da un lato invitano al benessere personale e dall’altro promuovono il dialogo derivante dalla conoscenza reciproca e dall’interscambio culturale. Attività, oggi, più che mai fondamentali”.

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