Dal 2010 a oggi Amazon ha investito in Italia 16,9 miliardi di euro. Solo nel 2022 sono stati 4,3 miliardi (+8% rispetto ai 4 miliardi di euro del 2021). Gli investimenti totali includono 581 milioni di euro come spese in conto capitale, ovvero infrastrutture: centri di distribuzione, uffici e datacenter. Un impegno crescente che – come certifica uno studio di The European House – Ambrosetti – vede Amazon terza tra tutte le grandi imprese straniere che hanno investito di più in termini di spesa in conto capitale in Italia nel triennio 2020-2022.<
La forza lavoro di Amazon in Italia è cresciuta fino a raggiungere i 18.000 dipendenti, di cui 4.000 assunti solo nel 2022. Secondo lo studio di The European House – Ambrosetti, Amazon mantiene la prima posizione tra le aziende private che hanno creato più posti di lavoro in Italia nel periodo 2013-2022, confermandosi come uno dei principali creatori di posti di lavoro del Paese. Si posiziona inoltre al terzo posto in termini di occupazione totale tra le aziende straniere che operano in Italia e al 20° posto tra tutte le aziende italiane (dal 27° posto occupato l’anno precedente).
Più ricchezza, più occupazione
Attualmente Amazon conta su 60 strutture in tutta Italia che includono sedi logistiche, uffici corporate, data center e servizio clienti. L’impatto economico di Amazon non va solo a beneficio delle grandi aree urbane, ma anche delle città più piccole in diverse regioni, con limitate opportunità di lavoro. Secondo una ricerca di Nomisma sull’impatto economico, gli investimenti di Amazon si sono rivelati un motore di crescita per i territori, in quanto stimolano il successo delle realtà industriali già presenti e attraggono investimenti e innovazione da parte di nuove aziende. Ad esempio, dallo studio emerge che a 5 anni dall’apertura del Centro di distribuzione di Amazon a Passo Corese (Rieti), il tasso di disoccupazione nella provincia è sceso del 5% e le aziende situate nelle vicinanze hanno aumentato il fatturato (+16%), i profitti (+26%) e creato posti di lavoro (+16%) in proporzione maggiore rispetto a quelle che si trovano più lontane. Dati interessanti, che sottolineano come la presenza di Amazon possa creare un impatto positivo per l’intero tessuto produttivo delle aree di insediamento.
Questa dinamica positiva si è manifestata anche a San Salvo, in provincia di Chieti, dove lo scorso anno è stato inaugurato il nuovo centro di distribuzione: a un anno dalla sua apertura, sono stati creati ben 800 posti di lavoro a tempo indeterminato dei 1.000 previsti in tre anni. Di recente è stata posata la prima pietra del nuovo centro di distribuzione Amazon a Jesi, nel Centro Italia. Si tratterà dell’undicesimo centro di distribuzione aperto da Amazon nel Paese, il quinto nel Centro-Sud e il primo nella regione Marche. Si prevede che il centro creerà 1.000 posti di lavoro a tempo indeterminato entro tre anni dall’apertura.
Un aiuto all’export delle PMI
Secondo un recente studio di Keystone Strategy, grazie agli effetti indiretti degli investimenti Amazon nel 2022 sono stati creati più di 40.000 nuovi posti di lavoro in Italia, ad esempio nel settore delle costruzioni, della logistica e dei servizi. Il totale dei posti di lavoro indiretti raggiunge la cifra record di 100.000 includendo i 60.000 posti di lavoro creati dalle piccole e medie imprese italiane che utilizzano i servizi di Amazon per far crescere il proprio business ed esportare i prodotti italiani nel mondo.
Nel 2022, più di 21.000 PMI hanno scelto di utilizzare i negozi online di Amazon. Più della metà di queste ha esportato i propri prodotti, registrando oltre 950 milioni di euro di vendite all’estero, il 20% in più rispetto all’anno precedente. Entro il 2025, l’obiettivo di Amazon è aiutare i partner di vendita a raggiungere 1,2 miliardi di euro di vendite all’estero.
Amazon mette a disposizione delle PMI italiane le competenze e gli strumenti necessari per sostenere lo sviluppo del loro business. Tra questi c’è “Accelera con Amazon”, il programma di formazione gratuito rivolto a startup e PMI che muovono i primi passi nel digitale – indipendentemente dalla volontà di vendere su Amazon o meno – e realizzato in collaborazione con diversi enti pubblici e privati, tra cui Agenzia ICE, Netcomm, MIP Politecnico di Milano, Regione Abruzzo, Regione Marche, Regione Liguria, Umbria e Regione Siciliana. Dal suo lancio nel novembre 2020 ad oggi, oltre 35.000 imprese e startup italiane hanno seguito il percorso formativo.
Un baluardo contro l’inflazione
L’impatto economico nel Paese non si limita ai benefici garantiti da investimenti, occupazione e indotto. Amazon ha avuto un ruolo determinante nella lotta al carovita. Come ha dimostrato una recente ricerca condotta da The European House – Ambrosetti, l’e-commerce ha un impatto positivo sul potere d’acquisto degli italiani. Dallo studio, infatti, emerge che la maggioranza degli italiani – oltre 6 su 10 – ritiene che l’e-commerce abbia contribuito, nel corso del 2022, a mitigare l’inflazione. Questa percezione è confermata dal modello econometrico sviluppato da The European House – Ambrosetti con il contributo dell’Istat, che ha dimostrato che se non ci fosse stato in Italia l’effetto della crescita dell’e-commerce, l’inflazione sarebbe stata in media del 5% più alta negli ultimi 6 anni. Questo ha permesso alle famiglie italiane di avere a disposizione circa 1 miliardo di euro di ricchezza tra il 2020 e il 2022.
Ovviamente c’è un contributo per il Paese che è anche di natura fiscale. A fronte di ricavi totali 2022 per oltre 9,4 miliardi di euro (+8% sul 2021) Amazon ha versato oltre 1 miliardo e 147 milioni di euro (+53% rispetto al 2021) di tasse: 321 milioni di imposte dirette e 826 milioni di imposte indirette.
Ultimo, ma non per importanza il contributo di Amazon per sostenere le comunità in cui i dipendenti vivono e lavorano. Un obiettivo di welfare aziendale che diventa anche welfare territoriale, attraverso la collaborazione oltre 100 organizzazioni non-profit e università italiane. Un impegno anche a favore delle scuole con il programma “Un click per la scuola”, che dal suo lancio, nel 2019, ha permesso di aiutare oltre 29.000 scuole primarie e secondarie italiane con 10,4 milioni di euro in crediti virtuali. Un aiuto che diventa anche di tipo formativo, sostenendo le giovani studentesse di discipline STEM (in italiano: Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) ad avere successo nell’economia digitale ed essere d’esempio per le tante altre ragazze che vogliono intraprendere questi percorsi di studi. Grazie al programma “Amazon Women in innovation” sono state premiate tredici giovani meritevoli attraverso l’erogazione di 13 borse di studio, ciascuna del valore di 6.000 euro.
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