Nello scorso mese di maggio, con la riapertura a seguito del lockdown per il coronavirus, si è verificata un’esplosione negli acquisti di biciclette, con un incremento del 60% rispetto al mese di maggio 2019, cioè circa 200 mila bike vendute in più, portando al record di 540 mila acquisti in un mese. Lo dicono i dati diffusi dall’Ancma, l’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori, emanazione di Confindustria per il settore delle due ruote. Ma a far esplodere la domanda, con una crescita omogenea su tutto il territorio nazionale, non è stato solamente il bonus mobilità 2020, previsto dall’articolo 229 del cosiddetto decreto rilancio, entrato in vigore il 19 maggio scorso, ma convertito in legge giovedì 16 luglio 2020. Come noto, il Governo ha previsto un contributo pari al 60% della spesa, con il limite di 500 euro di bonus per biciclette nuove o usate, sia tradizionali che a pedalata assistita, di handbike, di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, come i monopattini. Il tutto è riservato a cittadini maggiorenni, residenti nei capoluoghi di regione, di provincia, nelle città metropolitane, o in comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti.
Del resto, il bonus, a oggi, non è stato posto nelle condizioni di essere erogato, perché non c’è ancora traccia della promessa applicazione web nel sito internet del ministero dell’Ambiente, che dovrebbe consentire la presentazione delle domande per ottenere il contributo. Dapprima l’applicazione web è stata annunciata dal Ministero per il 15 giugno, ma poi è arrivata l’immancabile proroga al 15 luglio, già conosciuta anche da altri settori, come ad esempio l’ecobonus, le cui linee guida erano attese in uscita all’Agenzia delle Entrate entro lo scorso 18 giugno.
Perciò, sempre secondo l’Ancma, i motivi di un simile incremento nell’acquisto di biciclette sono da ricercare anche nella voglia di muoversi degli italiani dopo 2 mesi di chiusura in casa, nel desiderio di riacquistare un po’ di equilibrio psico-fisico dopo l’arrugginimento da immobilità forzata. Tra l’altro, nel riprendere a spostarsi, molti italiani vogliono evitare i mezzi di trasporto pubblici, per mettersi così al riparo da possibili contagi, e, nel contempo, apprezzano maggiormente il muoversi in libertà, evitando le code e la congestione del traffico urbano.
Così, dal punto di vista della giustificazione alla previsione di contributi pubblici, è da constatare che è saltata la logica europea, che contempla l’erogazione di bonus solamente per stimolare investimenti, acquisti o comportamenti sociali che, altrimenti, non sarebbero intrapresi o praticati dai cittadini. Però, il Governo italiano, di fronte a quell’esplosione di acquisti, accorgendosi che l’importo di 120 milioni di euro, inizialmente annunciato, sarebbe stato del tutto insufficiente, ha fatto ricorso ad un altro annuncio, quello dell’incremento dello stanziamento a 200 milioni di euro. Ma, sulla base di qualche semplice conteggio, anche l’integrazione potrebbe essere insufficiente.
Secondo l’Ancma lo stanziamento iniziale permetterebbe di erogare il contributo a circa 450 mila beneficiari, cioè meno degli acquirenti del mese di maggio 2020, trattandosi di acquisti del valore medio superiore a 400 euro, con conseguente bonus di almeno 240 euro a soggetto. Ma, nella realtà, le cose potrebbero essere diverse e forse peggiori, perché, secondo i numerosi rivenditori interpellati, le vendite di articoli nuovi sono andate molto bene e i negozi sono rimasti pressoché sguarniti. È stato venduto di tutto, dalla bassa all’alta gamma e, come al solito, molto è dipeso dall’utente, c’è stato chi voleva usufruire del contributo e chi no.
E, nonostante che nel nostro Paese si produca circa il 50% delle biciclette vendute in Europa, complice anche il blocco della produzione nel lockdown, nelle fabbriche italiane non si trova più niente, nemmeno le più costose bici a pedalata assistita, che tranquillamente superano le migliaia di euro e che hanno aperto un mondo di percorsi prima riservato a pochi sportivi ben allenati, superando in tal modo la vendita delle tradizionali “muscolari”. Così, per soddisfare l’assalto all’acquisto di biciclette nuove, i rivenditori italiani si sono rivolti anche a costruttori tedeschi e della Repubblica Ceca.
Un’ultima annotazione riguarda un’altra considerazione fatta da diversi rivenditori: molti italiani han tirato fuori dalle cantine e dalle soffitte tutte le biciclette che avevano, per rimetterle a posto e, quindi, in tanti, probabilmente i cittadini che non abitano nelle città previste dall’articolo 229 del decreto rilancio, non si sono mossi per il contributo.
Resta da evidenziare che l’esplosione di vendite non ha riguardato solamente le bike, ma anche, ad esempio, i monopattini; perciò, l’importo complessivo di 190 milioni di euro annunciato dal Governo è destinato a essere “bruciato” in poco tempo, con il rischio di erogare il bonus solamente a una parte degli acquirenti.