Lorenzo Vidino, direttore del “Program on extremism” della George Washington University, ha commentato la notizia dell’arresto di tre palestinesi accusati di stare pianificando degli attentati in Italia. “È gente nota da tempo, anche di livello abbastanza alto, non sono sprovveduti. Erano sotto controllo. Una volta che è maturata la percezione, anche su input esterni, che ci poteva essere un salto di qualità, è chiaro che sono intervenuti”, ha spiegato.
Il sentore dunque è che il nostro Paese sia a rischio. “Diciamo che non si potevano escludere azioni, posso ipotizzare nei confronti di obiettivi ebraici, magari non l’ambasciata di Israele che è molto ben protetta ma qualcosa di più soft. Ma, a differenza delle attività pianificate all’estero, siamo al livello delle ipotesi”. È in virtù che il livello di attenzione deve rimanere alto. “È adeguato da molti anni e dal 7 ottobre è stato parzialmente ritarato”, ha rassicurato l’esperto.
“I palestinesi arrestati non erano sprovveduti, potevano colpire in Italia”, il parere di Lorenzo Vidino
Lorenzo Vidino, a proposito dell’allerta terrorismo in Italia e dei recenti arresti, ha sottolineato che è necessario tenere d’occhio tre dinamiche. “La prima è quella dei soggetti palestinesi, legati strutturalmente alle varie fazioni terroristiche. La seconda è quella del mondo del jihadismo di ispirazione qaedista. La terza, al momento tenuta sotto controllo, è quella di una degenerazione delle proteste anti-israeliane, anche molto tese, degli ultimi giorni”.
Il direttore del “Program on extremism” della George Washington University non vuole mettere a tacere le proteste che si sono fatte sempre più frequenti, ma ritiene sia importante monitorarle. “Il diritto di scendere in piazza è sacrosanto e al 99,9% chi lo fa vuole esclusivamente protestare contro la guerra a Gaza, ma da quel mondo possono uscire delle schegge impazzite che decidono di passare al livello successivo. È un rischio che non può essere escluso”, ha concluso.