Prima l’operazione a Rafah, poi il controllo della Cisgiordania. E infine ancora l’Iran, per impedirgli di diventare una potenza nucleare. Il programma di Israele, osserva Vincenzo Giallongo, generale dei Carabinieri in congedo con al suo attivo missioni in Iraq, Albania, Kuwait e Kosovo, è ancora quello di continuare la guerra. Almeno su questi fronti. L’ennesima tranche di aiuti militari disposta dal Congresso USA, d’altra parte, autorizza il governo di Netanyahu a sentirsi più alleato che mai dello Zio Sam, capace di sborsare 26 miliardi di dollari, 9 per il sostegno umanitario di Gaza e gli altri per colpire ancora di più la Striscia o gli altri obiettivi dell’IDF.



In questo contesto le sanzioni ipotizzate dagli Stati Uniti contro il battaglione Netzah Yehuda, quello in cui confluiscono gli ultraortodossi, per aver violato i diritti umani in Cisgiordania, restano marginali: Israele sa che gli USA rimarranno al suo fianco e appoggeranno le sue azioni militari. Che continuano nella West Bank, dove nel campo profughi di Nur Shams, vicino a Tulkarem, sono state uccise 14 persone. Un episodio in seguito al quale Fatah ha proclamato lo sciopero generale in tutta la regione e che ha preceduto un’altra incursione altrettanto grave: un raid a Rafah in cui sono state ammazzate almeno 22 persone, la maggior parte bambini.



Intanto il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh ha incontrato a Istanbul Recep Erdogan, presidente della Turchia: una visita che ha fatto infuriare Israele.

Generale, che peso ha nello scenario mediorientale la visita di Haniyeh a Erdogan?

Non capisco a che gioco stia giocando Erdogan. Il presidente turco si infila dove può mediare, dove può fare l’uomo dell’accordo, per ottenere benefici da entrambe le parti. Ma con questa mossa improvvisa non si comprende dove vada a parare: ha irritato moltissimo americani e israeliani. Il presidente turco gioca sporco, sa che non possono buttarlo fuori dalla NATO perché cercherebbe l’appoggio della Russia.



Haniyeh aveva detto che Hamas sarebbe pronta a smilitarizzarsi in cambio dell’istituzione di uno Stato palestinese. La Turchia lo appoggia?

Che Erdogan possa mirare a quello ci sta, che Israele lo consenta non credo.

I vertici di Hamas, intanto, vogliono lasciarsi alle spalle il loro soggiorno dorato in Qatar: come mai se ne vogliono andare?

Credo che in parte sia una scelta dei qatarioti, che si stanno avvicinando all’Occidente, per quanto possibile. Il Qatar è un Paese che ha ospitato i mondiali di calcio e altre manifestazioni importanti, ma per fare passi avanti in questo senso non può tenersi Hamas in casa.

Gli israeliani, intanto, con un post su X del ministro degli Esteri Katz mettono in guardia dal pericolo iraniano, accompagnando il messaggio con una foto di missili sul Colosseo. Propaganda?

Tutto quello che deve succedere tra Israele e Iran deve ancora cominciare. Teheran vuole affrettarsi a diventare una potenza nucleare ma Tel Aviv non glielo permetterà. Una volta occupata la Striscia, neutralizzata Hamas, fatti fuori gli Hezbollah, rimangono i pasdaran.

Il vero obiettivo di Israele è che l’Iran non si doti di armi nucleari?

Assolutamente sì. Come potenza nucleare darebbe fastidio a Israele ma sarebbe un Paese sciita. Vorrebbe dire che questa parte dei musulmani, che sono il 13% del totale, avrebbe un peso preponderante: non farebbe comodo neanche ai Paesi sunniti. Poi è chiaro che anche noi potremmo diventare un obiettivo del terrorismo islamico. I missili sul Colosseo sono una boutade, ma ci sono cani sciolti che possono organizzare attentati. L’Italia, comunque, lo corre meno di altri Paesi: abbiamo una capacità di dialogo con tutti che manca ad altri.

Gli americani pensano di sanzionare un battaglione ultraortodosso dell’IDF per violazione dei diritti umani in Cisgiordania. I rapporti con Israele almeno in parte sono ancora incrinati?

Gli ultraortodossi non piacciono nemmeno agli israeliani: è la risposta fanatica ebrea agli islamici. Ci saranno lamentele formali, ma il governo si limiterà a dire: “Ci state mettendo in cattiva luce con gli americani, comportatevi correttamente”. Se avessero commesso abusi porterebbero a Israele ancora più discredito: non se lo possono permettere. Non dimentichiamoci che sono morte 34mila persone a Gaza e se ci si mettono anche i reparti militari allora Israele diventa come quelli che si stanno combattendo.

L’IDF ha provocato morti in un campo profughi vicino a Tulkarem e altri a Rafah. Alla fine restano questi gli obiettivi primari dell’esercito: “sistemare” la Cisgiordania e colpire Rafah?

Sì, gli israeliani lo hanno anche detto. Il problema è che ci saranno sempre più morti civili. Israele ha fretta e non ha preso sufficienti informazioni con attività di intelligence, Hamas tende a confondere le acque dando falsi segnali, facendo credere che ci sono terroristi in un edificio per far colpire i civili e gridare allo scandalo.

Messa tra parentesi la questione iraniana, Netanyahu ora punterà decisamente su Rafah? Gli americani li lasceranno fare?

Sono convinto che gli americani, a parte certe dichiarazioni di facciata, non si scontreranno mai apertamente con Israele. Alla fine prevarrà la linea israeliana: l’Iran con la bomba atomica darebbe fastidio anche agli USA. Poi siamo sempre più vicini alle elezioni. Un Biden che vincesse potrebbe farsi sentire un po’ di più moderando certi atteggiamenti israeliani. Se Trump vince, Israele avrà carta bianca.

D’altra parte il Congresso ha appena stanziato altri miliardi per aiutare militarmente Israele. Vuol dire che l’alleanza rimane stretta?

Israele è sempre nei cuori e nelle tasche degli americani. Poi alla fine sono soldi che vanno alle aziende statunitensi, che sono anche di proprietà di ebrei.

Adesso, quindi, ci dobbiamo aspettare un’operazione a Rafah?

Sì, anche se non credo immediatamente. Hanno fatto due gaffe pazzesche uccidendo a Tulkarem e a Rafah. Ci sarà un momento di stasi poi faranno l’intervento.

Dopo di che la guerra potrà finire?

Bisognerà vedere quanto gli israeliani si sentiranno padroni del territorio, capire se ci saranno ancora sacche di terroristi. Solo in seguito vorranno mettere le mani sui pasdaran.

L’obiettivo in Cisgiordania qual è?

Fortificare le difese, prendersi i territori. Vogliono mandare via i palestinesi. Andranno avanti con incursioni giornaliere anche in Cisgiordania, fino a quando non avranno eliminato sacche di resistenza. Già i coloni si stanno muovendo in autonomia.

(Paolo Rossetti)

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