I Pooh al Seat Music Awards: nel ricordo di Stefano D’Orazio e Paola Toeschi moglie di Dodi Battaglia

Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian tornano insieme sul palco dei Seat Music Awards. La reunion avverrà oggi, 9 settembre, dopo la notizia della morte di Paola Toeschi, moglie di Dodi. È un periodo particolarmente difficile per tutti gli ex Pooh, che l’anno scorso hanno dovuto affrontare un altro lutto, dato dalla scomparsa improvvisa di Stefano D’Orazio. Red e Roby, in particolare, non accettarono nemmeno il primo addio di Stefano, nel lontano 2009: in quel frangente, ricordiamo, D’Orazio scelse di lasciare il gruppo come aveva fatto anni prima il loro compare Riccardo Fogli.



“Non immaginavo che uno di noi potesse scendere dall’astronave”, ha commentato Roby in un’intervista al Corriere del 28 settembre 2020. “Spiegò che sentiva di non avere più niente da dare. Non lo presi sul serio, pensai: vabbè è successo anche a me. Siamo andati avanti per due anni credendo gli fosse passata, invece, voleva solo onorare gli impegni presi. Un giorno, feci uno dei miei discorsi sul futuro, lui mi guardò: Roby, non hai capito, io basta, esco. Solo Dodi aveva compreso e rispettava la decisione, Red era come me”.



I Pooh: Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian parlano del loro rapporto

Nonostante qualche screzio, tra Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Stefano D’Orazio non è mai venuta meno una profonda stima e un profondo affetto reciproci. “Il rispetto non è mancato neanche nelle discussioni più furibonde”, si legge ancora nell’intervista. “Ognuno ha avuto delle crisi – precisa –, ma la tentazione di buttare tutto all’aria svaniva in trenta secondi, il tempo di renderci conto che cosa eravamo insieme”.

Sempre Roby ha parlato di come ha affrontato il periodo più duro della pandemia, che ha avuto come colonna sonora un brano speciale scritto insieme a Stefano. “Mi sento un sopravvissuto: vivo a Bergamo, ho perso sette persone care per via del Covid-19. Però la musica mi ha salvato anche stavolta. Mi sono messo al piano con la paura diventata un magone costante e che, ogni tanto, si trasformava in pianto ed è nato un inno alla vita, Rinascerò rinascerai. Stefano D’Orazio ha scritto il testo in poche ore. E quando evochi la positività, la musica parla a tutti, salva tutti. L’hanno tradotta in trenta lingue”. Si può pensare che questo sia il lascito di Stefano, che non ha mai rinunciato a collaborare con quei tre amici che – nonostante l’epilogo – non ha mai dimenticato.