Nel giorno in cui Canale 5 trasmette in prima serata lo sceneggiato “Karol, un uomo diventato Papa”, i riflettori si riaccendono su Giovanni Paolo II, uno dei pontefici più amati di sempre e certamente uno dei vescovi di Dio che più hanno inciso sull’immaginario collettivo contemporaneo e non solo del mondo della Chiesa. In particolar modo il legame col Pontefice polacco, Karol Wojtyla, con il Segreto della Madonna di Fatima, diviso nei tre messaggi di cui da decenni si parla, è ancora oggi oggetto di discussione dato che si intrecciano profondamente non solo con la carismatica figura di Giovanni Paolo II ma anche con uno degli avvenimenti più importanti del suo pontificato, ovvero l’attentato subito il 13 maggio del 1981 da parte di Ali Agca che, va ricordato, avvenne proprio nel giorno della ricorrenza di quella che fu la prima apparizione della Vergine ai tre pastorelli portoghesi. Come è noto il Papa ha sempre pensato che quello stesso giorno fu la mano della Madonna proprio a deviare il colpo di pistola del suo attentatore, rendendo la ferita non mortale, e per questo motivo Wojtyla volle che il bossolo del proiettile venisse poi incastonato nella preziosa corona di Maria che fa bella mostra di sé nella statua di Fatima.
GIOVANNI PAOLO II E I TRE SEGRETI DI FATIMA
È in particolar modo la storia del terzo messaggio della Madonna di Fatima, avvolto per molti anni nel mistero, a legarsi profondamente con la figura di Giovanni Paolo II: infatti se il primo segreto riguarda una visione apocalittica dell’Inferno e il secondo fa riferimento alla profezia circa lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale durante il Pontificato di Pio XI (che morì nel 1939 proprio all’alba di uno degli eventi più luttuosi della storia contemporanea), il terzo segreto della Vergine invece è quello più controverso e ancora oggi tema di studi e di dibattiti teologici a proposito della sua interpretazione. La Madonna avrebbe detto alla futura suor Lucia di non divulgarlo prima del 1960 ma poi prima Papa Giovanni XXIII e successivamente Paolo VI scelsero di non rivelarne il contenuto aumentandone l’alone mistico e di mistero. Fino al 2000 quando proprio in data 13 maggio (in quello che era pure il 13esimo anniversario dell’attentato) Wojtyla ne diffuse il contenuto: nel segreto si parla di un Angelo con la spada di fuoco e fiammeggiante e con la mano sinistra indica la Terra esclamando “Penitenza!” tre volte, mentre nella visione compare un “vescovo vestito di bianco”, ovvero il Santo Padre, che vaga per una città in rovina tra macerie e morti prima di venire ucciso da un gruppo di soldati e con lui tutti i sacerdoti che sono con lui.
L’ATTENTATO DEL 1981 E IL SIGNIFICATO DEL TERZO MESSAGGIO
Tempo addietro un documento redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede analizzò l’attentato del 1981 mettendolo in correlazione proprio con l’ultimo dei tre segreti della Madonna di Fatima, senza dimenticare la coincidenza temporale nel giorno del 13 maggio. Il messaggio comunicato ai tre pastorelli portoghesi per molto tempo fu ricondotto da teologi, studiosi cattolici ma anche di altri ambiti e religiosi come una premonizione di una catastrofe che forse era meno non rivelare al mondo e per questo la sua lettura, se non a una stretta cerchia di persone, fu sempre evitata. Secondo alcuni si tratta di una visione profetica di importanza paragonabile a quella delle Sacre Scritture e fa riferimento a un orizzonte temporale non precisamente identificabile e anzi farebbe riferimento alla lotta della Chiesa contro l’ateismo con sullo sfondo le sofferenze patite dai cristiani nell’ultimo secolo del secondo millennio. Insomma, oltre al riferimento all’attentato a Giovanni Paolo II, salvato dalla “mano materna che guida la traiettoria della pallottola”, qualcuno si sofferma sulla Via Crucis di quei Papi e sacerdoti, diretti verso la Croce e falcidiati a colpi di proiettile in un martirio denso di significati.