“I treni di Tozeur” è un grande successo musicale firmato da Franco Battiato e Alice, destinato a restare impresso in maniera indelebile nella storia della canzone italiana. D’altro canto, stiamo parlando di un singolo con cui il nostro Paese partecipò nel 1984 all’Eurofestival (oggi Eurovision Song Contest, ndr) raggiungendo il quinto posto e classificandosi al ventesimo posto nella graduatoria dei brani più venduti nello stesso anno.



Una successiva versione solista fu inserita nell’album “Mondi lontanissimi” del 1985. Nella raccolta destinata al mercato anglosassone “Echoes of Sufi Dances”, ne compare una versione in inglese, con il titolo di “The Trains of Tozeur” e in una raccolta in lingua spagnola, “Ecos de Danzas Sufi”, viene eseguita una versione in castigliano intitolata “Los trenes de Tozeur”. La canzone fa riferimento a Tozeur, cittadina della Tunisia, una delle prime oasi nel deserto dopo Douz, circondata da un lago salato, le cui esalazioni in estate inducono i viandanti a vedere miraggi. Se un tempo si parlava di carovane nere all’orizzonte, oggi quei miraggi possono essere interpretati appunto come treni all’orizzonte. Questo brano fa parte anche della colonna sonora del film di Nanni Moretti “La messa è finita” (1985).



I TRENI DI TOZEUR: FRANCO BATTIATO E ALICE

Il singolo “I treni di Tozeur”, cantata da Franco Battiato e Alice, fu scritto dal maestro siciliano con la collaborazione di Giusto Pio e Saro Casalino, consolidando e rendendo così definitiva l’affermazione di Battiato e quella della fida discepola (ma anche collaboratrice) Alice. In Italia, il brano ha superato in vendite i grandi successi internazionali dei primi anni Ottanta.

Nell’esecuzione c’è una finezza che rende preziosa tutta la canzone, quando Battiato sospende il canto a due, lasciando spazio alla sola voce limpida di Alice, che conduce l’ascoltatore in tempi e paesi apparentemente molto distanti. Fra quei luoghi ci sono i villaggi di frontiera, che effettivamente non sono così lontani dall’abitato di Tozeur, dal momento che la ferrovia non li attraversa, ma non passa neppure troppo distante da loro.