Non è chiaro se l’aggressione subita da Salman Rushdie a New York sia legata al romanzo “I versi satanici“, pubblicato dalla casa editrice inglese Viking Penguin oltre trent’anni fa. Di sicuro si tratta di un libro controverso, visto che dopo nove giorni fu bandito in India, paese di nascita dell’autore. Quindici giorni dopo arrivarono le prime minacce di morte, indirizzate poi anche alla moglie e seguite da pacchi bomba negli uffici della Viking Penguin. A Bolton poi il libro fu bruciato in piazza. Ma è l’anno dopo la pubblicazione che tutto è cambiato. Era il giorno di San Valentino del 1989 quando dall’Iran arrivò la condanna a morte di Khomeini. Così Salman Rushdie scomparve nel nulla.



Fu la prima volta che, in nome dell’islam, uno scrittore veniva “condannato”. Ma anche chi ebbe a che fare con l’opera di Salman Rushdie ne subì conseguenze. Ad esempio, il 3 luglio 1991 venne pugnalato nella sua abitazione milanese Ettore Capriolo, traduttore del libro in italiano, fortunatamente non a morte. Una sorte peggiore toccò al traduttore giapponese, Hitoshi Igarashi, ucciso a Tokyo il 12 luglio, mentre l’editore norvegese William Nygaard fu ferito a colpi d’arma da fuoco nell’ottobre del 1993.



I VERSI SATANICI, LIBRO TRA I PIÙ DISCUSSI

Il libro “I versi satanici” di Salman Rushdie è uno dei più discussi della letteratura contemporanea. contiene una rivisitazione romanzata in chiave onirica dell’episodio di ispirazione diabolica di Maometto, che valse a Salman Rushdie appunto la fatwa di Khomeyni. Questo romanzo viene considerato il primo carnevalesco dell’era della globalizzazione, mentre per altri è una parodia del Corano, soprattutto quando la storia di Gibreel e Saladin si incrocia con quella del profeta Mahound. Ma c’è anche la storia di Alleluia Cone che scala l’Everest in compagnia del fantasma di Maurice Wilson. Ci sono i sogni deliranti di Rose Diamond, la gravidanza di Pamela Chamcha nata Lovelace, l’identità di Zeeny Vakil, ma è pure il racconto di due uomini che abbandonano l’India per inseguire la seduzione dell’Occidente. Il romanzo è diviso in nove capitoli, in cui si alterna il racconto delle vicende di due musulmani indiani miracolosamente scampati a un disastro aereo, appunto Gibreel Farishta e Saladin Chamcha, con la rivisitazione romanzesca di alcuni aspetti della cultura islamica. Simboli del Bene e del Male i due protagonisti si affrontano in una lotta senza esclusione di colpi destinata a protrarsi in eterno, fino alla improvvisa apparizione divina del profeta Mahound.

Leggi anche

LETTURE/ “Uno così”: Giovanni Brusca e Marcello Cozzi, anche Caino cerca un abbraccio