“L’amore ci farà a pezzi”, Love will tear us apart. Fu il titolo del brano di maggior successo dei Joy Division (nome preso in prestito dal romanzo La casa delle bambole dove con quel nome si designavano, nei lager nazisti, le donne prigioniere destinate all’intrattenimento sessuale di soldati tedeschi e prigionieri collaborazionisti). Insomma, un immaginario funesto e drammatico, gotico e demoniaco. Tutti gli elementi per una morte prematura a soli 23 anni di Ian Curtis, suicidio per impiccagione, come fu quella, 40 anni fa oggi, del cantante e leader del gruppo inglese.
Nato in piena era punk, a Manchester, il gruppo incise solo due dischi. Unknown Pleasures e Closer, sciogliendosi dopo la morte di Curtis per rimettersi insieme in varie altre occasioni successive. La loro musica, con i primi elementi di elettronica e il canto cupo e baritonale di Ian, traghettò la scena musicale inglese nel post punk.
Sofferente di epilessia, le cui crisi a volte si scatenavano sul palcoscenico, il cantante scivolò sempre più nella depressione, Nonostante il matrimonio a soli 19 anni con una sua compagna di classe una figlia avuta da lei, cominciò una relazione extraconiugale con una giornalista. Proprio la canzone Love will tear us apart racconta la fine della relazione con la moglie ed è proprio lei a trovarlo impiccato la mattina del 18 maggio 1980 nella cucina di casa. Deborah Woodruff ha scritto un libro nel quale parla di una lettera scritta dall’uomo prima di morire. “Era un messaggio lungo e molto intenso […] Diceva di voler essere morto senza peraltro manifestare l’intenzione di uccidersi. Parlava della nostra vita insieme, in modo appassionato e sentimentale”. Stando alle parole di Deborah Woodruff già un mese prima della sua tragica scomparsa – il 7 aprile 1980 – Ian Curtis aveva tentato il suicidio. Il motivo era legato alla depressione per la sua condizione e alla difficile relazione con la nuova compagna, Annik Honore. Secondo il documentario biografico Control, diretto da Anton Corbijn, sembra infatti che il cantante prima di morire abbia visto il film La ballata di Stroszek di Werner Herzog. Dopo questo, secondo le ricostruzioni, avrebbe ascoltato l’album di Iggy Pop, The Idiot.
Closer esce due mesi dopo la sua morte e tutt’oggi è considerato uno dei dischi più amati della storia del rock. Sulla lapide della sua tomba ci sono scritte quelle parole: “Love will tear us apart”.