Lutto nel mondo della scienza: è morto Ian Wilmut, il biologo britannico che aveva guidato il gruppo di ricerca per la clonazione della pecora Dolly. Lo scienziato, che aveva 79 anni, con le sue attività di ricerca rese possibili importanti sviluppi e progressi nella ricerca sulle cellule staminali, non specializzate in grado di differenziarsi e svolgere funzioni diverse in un organismo. La clonazione di Dolly, il primo caso in cui fu clonato un mammifero usando una sua cellula adulta, fu un tema molto dibattuto anche al di fuori del mondo scientifico.



Infatti, suscita interesse e al tempo stesso timore la possibilità di clonare gli esseri umani, che all’epoca sembrava particolarmente concreta e vicina. In diverse occasioni Ian Wilmut dichiarò di essere contrario, in quanto inutile, oltre che discutibile dal punto di vista morale ed etico. Infatti, sosteneva che la ricerca dovesse concentrarsi sullo sviluppo di nuove cure per migliorare la vita delle persone.



“SCIENZA PERDE UNA PERSONA CARA”

A dare la notizia della morte di Ian Wilmut è stato Bruce Whitelaw, direttore del Roslin Institute. «Con la triste notizia di oggi della scomparsa di Ian Wilmut, la scienza ha perso una persona cara. Ian ha guidato il gruppo di ricerca che ha prodotto il primo mammifero clonato, Dolly. Questo animale ha avuto un impatto positivo sul modo in cui la società si rapporta con la scienza e gli scienziati con la società».

Infatti, lavorò con il team dell’Istituto Roslin di bioscienze animali, all’università di Edimburgo, alla clonazione della pecora Dolly usando il nucleo di una cellula di una pecora adulta. Successivamente lo scienziato si concentrò sull’uso delle tecniche di clonazione per produrre cellule staminali che potrebbero essere utilizzate nella medicina rigenerativa. Negli ultimi anni, Ian Wilmut, malato di Parkinson, aveva concentrato i suoi studi su questa malattia neurodegenerativa.