Quasi in contemporanea alle prime dichiarazioni di Andrea Iannone, rilasciate dopo aver appreso dello stop a 18 mesi per doping, deciso oggi dalla commissione disciplinare della Federmoto, sono arrivate anche le parole della stessa Aprilia, attraverso l’ad della scuderia di Iannone Massimo Rivola. Il dirigente, come fatto lo stesso pilota, ha presto puntato il dito sulla grande incongruenza che c’è alla base della sentenza, tra pena e riconosciuta innocenza dello stesso pilota. Rivola ha scritto: “I giudici hanno riconosciuto la totale buona fede di Andrea e la inconsapevolezza nella assunzione, confermando la tesi della contaminazione alimentare. Per questo la pena inflitta non ha alcun senso”. Ma non solo: l’ad dell’Aprilia ha poi proseguito nella nota: “Alla luce delle motivazioni scritte dagli stessi giudici Andrea avrebbe dovuto essere assolto, come sempre è capitato agli altri atleti contaminati. Questo quadro però ci lascia tante speranze per il ricorso”. Sul finire ovviamente la speranza di rivedere presto il proprio pilota in moto, l’assicurazione del sostegno del team allo stesso Iannone, in questo difficile momento. (agg Michela Colombo)
DOPING, IANNONE: “MOMENTO PIU DIFFICILE DELLA MIA VITA”
Annunciata la sospensione di 18 mesi per doping di Andrea Iannone, decisa dalla disciplinare della Federmoto, non abbiamo dovuto attendere molto per le prime dichiarazioni dello stesso pilota dell’Aprila, che punta però il dito sull’evidente incongruenza della sentenza. La disciplinare infatti, pur riconoscendo la contaminazione involontaria e accidentale per via alimentare, pure non ha scontato nulla della pena inflitta, rendendo di fatto Iannone, un vero precedente unico nella storia. Il pilota dell’Aprila, dopo la sentenza ha poi dichiarato ai microfoni di Sky sport: “Questo periodo è stato il più difficile della mia vita. Ho pensato davvero di tutto”. Iannone ha poi aggiunto: “Vedere riconosciuta la mia innocenza è una vittoria. Poteva andare molto peggio. Anche se abbiamo perso lo stesso vista la condanna a 18 mesi…Sono il primo caso di sospensione per contaminazione alimentare”. Il pilota azzurro ha poi precisato: “Nessuno di noi sa con certezza cosa mangia. C’è incongruenza fra il regolamento e la vita reale”. Sul futuro: “Il mio obbiettivo? Tornare in moto il più velocemente possibile”. (Agg Michela Colombo)
DOPING IANNONE: 18 MESI DI STOP PER IL PILOTA APRILIA
Solo poco fa la commissione disciplinare della Federmoto internazionale ha fissato a 18 mesi lo stop per Andrea Iannone, dopo essere stato trovato positivo a un controllo antidoping, occorso lo scorso 3 novembre, durante il weekend del Gp della Malesia della Motogp. Il pilota dell’Aprila dunque, salvo prossima decisione del TAS, a cui certo la difesa dell’italiano si richiamerà appena possibile, rimarrà ancora a lungo lontano della sella: anzi per la precisione il periodo di sospensione per doping è stato deciso dal 17 dicembre 2019 al 16 giugno del 2021. Come è ben noto, mesi fa Andrea Iannone era stato trovato positivo al Dostranolone, steroide androgeno esogeno anabolizzante le cui tracce sarebbero state rivelate nel sangue del pilota durante il controllo antidoping. Subito la difesa di Iannone si era mossa per l’ipotesi della contaminazione alimentare accidentale, e per l’assunzione involontaria della sostanza dopante, più precisamente nella carne che il centauro aveva assunto nel weekend della Motogp malesiano, in un ristorante. La commissione però pur riconoscendo la causa accidentale della riscontrata positività, pure ha deciso di procedere per la sospensione per 18 mesi dello stesso pilota.
DOPING IANNONE: LA DIFESA ROCORRERA’ AL TAS
Più precisamente, nella sentenza di stop per 18 mesi per doping di Andrea Iannone, si legge che i giudici della commissione disciplinare della Federmoto hanno riconosciuto l’origine accidentale della positività, ma pure hanno imputato al pilota di non aver controllato con attenzione le sostanze proibite, e alla casa di Nolte di non aver vigilato su quanto assunto dallo stesso pilota e il suo comportamento. Un caso certo unico, da cui si accenderanno non poche polemiche: di fatto pur essendo stata riconosciuta l’innocenza di Iannone , la pena è rimasta, ed è pure pesante. Come abbiamo riferito prima, certo la difesa di Iannone, guidata dall’avvocato Antonio De Rensis, ricorrerà al Tas, dove potrebbe ottenere sentenza entro l’autunno. Se il pilota verrà assolto in quella sede, con un mondiale della Motogp che stenta a partire prima dell’estate, Iannone potrebbe anche tornare a brevissimo in pista.