Icaro Tuttle, la difficile adolescenza tra depressione e autolesionismo
Icaro Tuttle è una giovane fumettista milanese. che di recente ha pubblicato un nuovo libro, La cura – Storia di tutti i miei tagli, un webcomics autobiografico che racconta senza filtri un periodo di autolesionismo e depressione della giovane autrice italiana dall’enorme seguito su Instagram. Icaro Tuttle è nata a Milano ed è cresciuta a Genova. Studia design a Bolzano. È un’artista apprezzata e seguita nel web per lo stile vivido e coloratissimo delle sue illustrazioni. Ovviamente, Icaro Tuttle è uno pseudonimo. Il suo nome vero è Ilaria, che a scuola ha faticato a socializzare. Icaro ha incontrato dei ragazzi sbagliati ed è scivolata in relazioni tossiche. La svolta arriva quando inizia a riempire i vuoti con la creatività. Al settimanale Effe ha detto che “la strada è lunga, ma ce la farò”. E’ molto seguita sui social anche se della sua vita privata non si sa molto.
Ilaria pubblica quasi con cadenza quotidiana i suoi disegni online, che vengono molto apprezzati dai suoi fan. Come mai ha scelto però di chiamarsi Icaro Tuttle? Ilaria ha spiegato questa scelta in un’intervista: “Il mio pseudonimo è in realtà piuttosto casuale: nonostante abbia una formazione classica, Icaro non c’entra nulla con la figura mitologica, è solo la prima lettera del mio nome (Ilaria) combinata con le prime tre del mio cognome (Car). Quindi ho deciso di appropriarmi del nome Icaro. Quando ero piccola mi piaceva perché mi dava un’aura di maschiaccio, ora che sono cresciuta ci sono rimasta affezionata. Tuttle invece viene da Mr. Tuttle, un personaggio di Body Art, un libro di Don Delillo, autore che amo molto”.
Icaro Tuttle e la creatività per superare il dolore: “Ho pescato nel passato…”
Icaro Tuttle si è ispirata al suo passato per realizzare i fumetti. La giovane ha infatti raccontato che il passato può essere fonte inesauribile di ispirazione e che nel suo caso ha voluto dare anche dei messaggi alle nuove generazioni: “Credo che il mio passato sia il primo posto dove vado a cercare immagini e sensazioni, penso che ognuno di noi sia una fonte inesauribile di storie. Poi libri che ho letto, foto che faccio in giro, situazioni che osservo nella città. Dipende molto dalle giornate: a volte sono sentimenti forti che mi fanno accedere alla parte creativa, come la rabbia o la tristezza. Altre volte invece mi accorgo che se mi lascio invadere da queste emozioni, non riesco davvero a tirare fuori qualcosa di pseudo originale, e quindi devo ricorrere a momenti in cui sono tranquilla e lucida per poter osservare quello che sto sentendo o pensando”, ha dichiarato. Attraverso il disegno, Ilaria ha voluto dare un taglio al suo dolore anche se ha raccontato che uscire da una relazione tossica è stata una strada in salita.