L’attrice Ida Di Benedetto si è sfogata stamane sulle colonne del quotidiano Il Mattino, parlando delle tre rapine subite in quel di Napoli, dove vive con il marito Giuliano Urbani, ex ministro. «Ora basta! Da quando sono tornata a Napoli è il terzo furto che io e mio marito subiamo – le sue parole – prima l’auto; una seconda volta sono entrati in casa, mentre eravamo fuori, e ci hanno preso tutto; gioielli, bijotteria, argento. Martedì scorso sono tornati, stavolta stavamo dormendo, e hanno portato via quel che era rimasto; l’iPad, i telefoni, qualche orologio. Ma, quel che è peggio, mi hanno chiusa dentro. E io soffro di claustrofobia».
Ida Di Benedetto, come spiegato, ha vissuto a lungo a Roma prima di tornare nella sua città, ma a questo punto la permanenza sembrerebbe essere ormai giunta agli sgoccioli: «Ma è piccola – dice riferendosi alla sua abitazione romana – ora ho un marito, l’ex ministro Giuliano Urbani e insieme decidemmo di affittare un appartamento più ampio alla Riviera di Chiaia, di fronte alla villa comunale e al mare che amo». L’ultima rapina ha tra l’altro lasciato pesanti strascichi: «Non riesco più a dormire. Ho crisi di panico, prendo tranquillanti, ma è dura… Fatemi tutto, ma non imprigionatemi, perché impazzisco».
IDA DI BENEDETTO: “ECCO COSA E’ ACCADUTO”
Quindi Ida Di Benedetto ha raccontato nel dettaglio quanto accaduto: «È l’alba. Nel dormiveglia ho l’impressione di vedere un’ombra. Penso sia Giuliano. Mi alzo e vado nella sua camera. Lo chiamo. Non risponde. Mah… si sarà riaddormentato. Rientro nella mia. Un attimo e sento dietro di me la porta che sbatte con violenza e un giro di chiave. Non capisco più nulla. Prendo una scarpa e tento di rompere il vetro. Niente. Allora corro sul balcone: “Aiuto, aiuto, aiuto”. Sembra la scena di un film. Grido con tutto il fiato che ho in corpo, e ne ho. Ho recitato in grandi teatri, ho fatto Medea e Clitemnestra, e mi sentivano ovunque».
Purtroppo nessuno l’ha soccorsa, e il giorno dopo nessuno è venuto a sincerarsi delle sue condizioni: «Non solo. Nessuno del palazzo ha bussato, né quella mattina, né dopo… “Ci dispiace, vi serve qualcosa?”. Niente! E certo, hanno paura di essere coinvolti. La camorra… perché qui, dove abito io, c’è la camorra». Quindi l’attrice spiega: «Io denuncio la città. Denuncio quel che accade dentro. E nessuno se ne frega. Aveva ragione il mio amico Pino Daniele: chesta è ‘na carta sporca e nisciuno se ne mporta. Furti, rapine, omicidi, violenze, cattiveria; e a munnezza mmienz”a via, le orde di ragazzini abbandonati, con facce trucide, sfacciati, aggressivi, che ti vengono addosso, con i motorini, sui marciapiedi; tante piccole-grandi forme di inciviltà, sopruso, mancanza di rispetto, che ogni giorno sopportiamo. Cosa è cambiato in questa città? Basta l’invasione dei turisti, che l’hanno scoperta, per assolverla? Ricordo il romanzo di La Capria…».
IDA DI BENEDETTO: “AMO NAPOLI MA…”
L’attrice dice di sentirsi “ferita a morte”, nonostante la stessa ami Napoli al punto da tornare a viverci. «Ma ora… ora quest’amore è… contaminato. Napoli è una bellezza malata. E nessuno si ribella al suo male. Io non la riconosco più… Sa, ho sempre preferito il suo popolo alle contesse e ai baroni. Era più onesto – argomenta – soprattutto più vero. Ma ora? Dov’è finita la lezione delle Quattro giornate? Il primo popolo in Europa capace di cacciare i tedeschi senza l’intervento degli alleati. “Ch’è succieso?” E le istituzioni? Uccidono un ragazzo e comincia il coro delle lacrime e dell’ipocrisia. Ma chi deve muoversi – e fare – sa. E allora? Perché non si muove e non fa? Non può? Mi dà rabbia… È… è come se la città non fosse governata da nessuno, mentre noi conviviamo con la criminalità. Quanti ragazzi crescono in questo clima, e crescono male? La Meloni non andasse soltanto a Caivano, venisse anche da noi».
Il futuro resta incerto, Ida Di Benedetto vorrebbe andarsene ma non ha ancora preso una decisione definitiva: «Io andrei via, ma Giuliano si è innamorato di Napoli e non è un ribelle come me, ma un politico, un bocconiano emerito, di grande cultura. E i politici sanno che le cose non cambiano. Dovrò decidere… Certo, è difficile lasciare la bellezza… una bellezza che Napoli ha gettato via… difficile lasciare il mare. Sì, posso trovarlo altrove, ma è diverso. Io questo mare ce l’ho dentro. E ho bisogno di respirarlo».