Per la seconda volta nel giro di poche settimane, l’auto di Ida Gattuso, sorella del noto ex calciatore oggi allenatore, Rino, è andata a fuoco. Come riferisce il Corriere della Sera attraverso il sito web, il SUV Opel Grand Land della sorella del tecnico dell’Olympique di Marsiglia era stato acquistato solo poche settimane fa a seguito dell’incendio doloso che lo scorso 17 ottobre aveva danneggiato la sua precedente vettura, l’Opel Adam. Il nuovo incendio si è verificato giovedì notte, un nuovo attentato che ha danneggiato completamente lo sport utility vehicle tedesco della sorella del campione del mondo di calcio 2026.
Il quotidiano di via Solferino parla di vero e proprio giallo, tenendo conto dei due episodi in serie e del terzo che risalirebbe a qualche anno fa. Dietro tali attentati incendiari non vi sarebbero però la mafia, ma si tratterebbe di un qualcosa di “personale”, precisa ancora il Corriere della Sera, spiegando che Ida Gattuso potrebbe essere vittima del suo carattere che da alcuni è definito «irascibile». Chi ha dato fuoco all’auto della sorella dell’ex centrocampista del Milan avrebbe agito indisturbato, applicando il fuoco utilizzando della benzina, così come avvenuto con la Opel Adam lo scorso ottobre.
IDA GATTUSO, INCENDIATA PER LA SECONDA VOLTA AUTO DELLA SORELLA DI RINO: IL COMMENTO DEL SINDACO
L’auto della donna, in passato vice presidente del Consiglio comunale di Rossano Calabro, era parcheggiata dinanzi alla sua abitazione situata in quel di Corigliano Scalo. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri che stanno cercando di soffermarsi sulla sfera personale della vittima, e non è da escludere che gli autori dei due incendi siano le stesse persone.
E’ probabile che stiano agendo approfittando dei numerosi danneggiamenti che si sono verificati negli ultimi mesi in città, tentando di far passare gli stessi episodi come di matrice mafiosa, ma così non sarebbe. «Una città abbandonata dal governo centrale, con il più alto Pil della Calabria, trattata come una paesino di poche migliaia di abitanti. Negli ultimi anni centinaia di casi, mai trovato un responsabile», ha commentato il sindaco Flavio Stasi.