L’ATTACCO ALL’IDENTITÀ: IL GRIDO DI ALLARME DI MARCELLO VENEZIANI

Dalla guerra di civiltà alle istanze sui “diritti”, dal futuro dell’intelligenza artificiale al presente dei social sfrenati: il concetto chiave dell’identità, quella che riguarda ogni individuo, parrebbe sotto attacco da diverse correnti culturali che vanno per la maggiore in questo primi anni Venti del secondo millennio. Così lo scrittore e pensatore Marcello Veneziani teorizza il tema dell’identità sottolineando dove e da chi è messa “sotto scacco” e perché soprattutto dobbiamo impegnarci per tutelarla e conservarla.



Su “Il Giornale” Veneziani prende ipotetica penna e calamaio e intinge il proprio pensiero a difesa suprema sull’identità: «L’identità è un bisogno radicale dell’animo umano. Un bisogno naturale e culturale, personale e comunitario, su cui si fonda il riconoscimento di sé e il rispetto dell’altro; vale anche l’inverso. Non c’è dialogo che non avvenga tra identità differenti; chi pretende di dialogare mettendo da parte se non addirittura cancellando le identità, rende inutile e impossibile il dialogo; non può esistere infatti un dialogo tra nientità neutre, intercambiabili». È una trattazione complessa quella che fa Veneziani, partendo dal “triplice attacco” contro l’identitàdall’alto (obblighi ed emergenze), dall’interno (media e istituzioni ostili) e dal basso ( flussi migratori che producono alienazione, tensioni e disagio) – e conducendo il lettore verso l’analisi delle reazioni a questo attacco, tutte fallimentari e ostili: «un rifugiarsi introverso nel proprio habitat, un atteggiamento di rabbia e scontentezza verso l’esterno, una richiesta di protezione securitaria e insieme di rappresentazione identitaria».



VENEZIANI: “L’IDENTITÀ È QUELLO CHE SIAMO, SERVE TUTELARLA E NON CANCELLARLA”

Secondo Veneziani in questo preciso momento storico in tutto l’Occidente, Italia compresa, si assiste a questo tentativo continuo nei media come nella cultura e nella politica di mettere sotto attacco l’identità di ognuno di noi: «Larga parte dei conflitti e del malessere che attraversano le società deriva dall’identità in pericolo, dal mancato riconoscimento e rispetto di ciò che siamo, dalla desertificazione delle differenze, dalla vertigine del mondo globale e spaesato». Eppure l’identità è quanto di più caro possiamo avere, ci tiene in vita e ci distingue l’uno dall’altro: come spiega ancora Marcello Veneziani, l’identità è un patrimonio di realtà e di tradizione ereditato con cui affrontare le diverse sfide del futuro, in poche parole non è un concetto “immobile”.



L’avversario dell’identità e della tradizione, tiene a precisare lo scrittore, non è affatto dunque il progresso e l’avvenire come spesso si pensa traducendo il concetto di identità come qualcosa legato al conservatorismo di destra: contro l’identità si muove l’ideologia woke che infatti è «contro la realtà, la storia e la natura». L’epoca woke e il suo derivato, ovvero la cancel culture, è per Veneziani il senso del più grave attacco di oggi all’identità del sé: «È in corso un’aggressione capillare e pervasiva di tutto ciò che costituisce l’habitat naturale e culturale, biologico e storico della nostra civiltà: il senso religioso, i legami comunitari, le appartenenze affettive, il sentire comune dei popoli». Un odio profondo che porta le nuove generazioni a provare addirittura vergogna per la propria storia, per la proprio civiltà, per la propria identità: «È una cancellazione sistematica e aggressiva di tutti i vasi sanguigni entro cui scorre la vita di un uomo; dalla famiglia alla natività e al ruolo genitoriale, dalla comunità cittadina alla comunità nazionale, dal lessico corrente ai simboli e alle tradizioni in cui è nato e cresciuto e agli stili di vita». Come scrive ancora nell’editoriale apparso sul “Giornale” Marcello Veneziani, perdere la propria identità significa vedersi cancellare e «deprimere» il proprio sé: «Perdi la libertà di essere te stesso nel miraggio di diventare tutto e il suo contrario, in una fluidità incessante; perdi la relazione col tuo ambiente, la dignità di quel che sei e le tue sicurezze […] Quando perdi l’identità perdi la familiarità con te stesso e la tua storia; e la familiarità col mondo e con la storia, sul piano dell’identità comunitaria. Diventi mutante in orbita e straniero in casa tua». In risposta a questo attacco concentrico dell’ideologia woke contro l’identità, i popoli – spesso in maniera non del tutto consapevole – «chiedono di tutelare la propria identità: e sul piano pratico prima che culturale, passando naturalmente per gli interessi e i bisogni», conclude Marcello Veneziani.