Aleksandr Gel’evic Dugin, ideologo russo vicino al presidente Vladimir Putin, ha parlato sulle pagine de Il Tempo dell’invasione in Ucraina e delle reali motivazioni dietro l’invasione avvenuta il 24 febbraio. Cosa ha spinto il capo del Cremlino ad invadere la Nazione di Zelensky? Il cosiddetto “filosofo dei sovranisti” ha spiegato che il conflitto servirebbe ai russi a creare “un nuovo ordine mondiale”. Il piano di Putin, dunque, sarebbe più grande di quello di una semplice conquista e avrebbe come ultimo obiettivo quello di ribaltare l’Occidente. Dugin, già qualche tempo fa, aveva parlato della costruzione di un impero mondiale per mano dei Russi: “È nostro compito, sappiamo come farlo. Ecco perché siamo Roma. E quelli che si oppongono a noi sono Cartagine”.
Sulle pagine de Il Tempo, il filosofo ha spiegato: “In un mondo multipolare, il monopolio dell’Occidente nel campo militare, dei sistemi economico, ideologico e culturale sarà abolito. Questo è il senso del teso confronto in Ucraina. È un conflitto militare che accompagna il cambiamento dell’ordine mondiale e la transizione alla multipolarità”.
Dugin spiega il piano di Putin
Dugin, ideologo russo vicino a Putin, ha proseguito così sulle pagine de Il Tempo: “L’Occidente voleva stabilire il controllo su tutta l’Ucraina. Putin non ha permesso che ciò accadesse. La natura della guerra civile ha a che fare con le doppie posizioni in Ucraina stessa”, continua Dugin a Il Tempo. L’ideologo ha poi dichiarato che l’Ucraina orientale è stata ‘occupata da politici russofobi-nazionalisti per otto anni dopo Maidan’, le cui forze avrebbero ‘sterminato regolarmente la popolazione civile del Donbass”.
Secondo il filosofo, il nuovo ordine mondiale di Putin e della Russia sarà opposto all’Occidente. La guerra tra Russia e Ucraina servirebbe proprio a creare un nuovo ordine in cui al centro non c’è più la Nato, né gli Stati Uniti, ma neppure la cultura e il sistema dei valori dell’Occidente: “L’unipolarismo è un ordine mondiale in cui c’è un solo centro decisionale (Washington), l’egemonia appartiene a un solo blocco militare (Nato), un solo sistema di valori (democrazia liberale, LGBT+, politiche di genere, cultura della cancellazione, Grande Reset, ecc.). Questo è ciò su cui insistono oggi le élite liberali e soprattutto l’amministrazione Biden, i neocon statunitensi e i globalisti come Soros, Schwab ecc. Un mondo multipolare implica l’esistenza di diverse civiltà: occidentale, russa, cinese (questi tre poli esistono già e si stanno dichiarando chiaramente) così come quella indiana, islamica, latinoamericana (sono in arrivo) e in futuro africana. Questo significa che ci saranno non uno ma diversi centri decisionali (oggi Washington, Beijing e Mosca, ma più domani), diverse egemonie regionali (grandi spazi), diversi sistemi ideologici (liberale occidentale, cinese – comunista-confuciano, ortodosso-eurasiano così come islamico, indù, ecc.”). Sarà dunque abolito il ruolo dell’Occidente come centro del mondo. Ne è sicuro Dugin: “In un mondo multipolare il monopolio dell’Occidente nel campo militare, dei sistemi economico, ideologico e culturale sarà abolito. Questo è il senso del teso confronto in Ucraina. È un conflitto militare che accompagna il cambiamento dell’ordine mondiale e la transizione alla multipolarità”.