IL DOCUMENTO DELL’IDF SU ISMAIL AL-GHOUL

Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno pubblicato un documento di Hamas risalente al 2021, ottenuto durante le operazioni nella Striscia di Gaza, che dimostrerebbe che il giornalista di Al Jazeera Ismail al-Ghoul era un membro del gruppo terroristico. L’uomo è stato ucciso mercoledì da un drone dell’IDF a Gaza City col cameraman Ramy El-Rify.



Stando alla ricostruzione dell’IDF, il giornalista aveva partecipato all’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele come membro della forza d’élite Nukhba del gruppo terroristico, successivamente è stato coinvolto nella formazione degli operatori su come filmare e distribuire i video degli attacchi alle truppe israeliane. Nell’ambito del suo ruolo, infatti, «istruiva altri operativi su come registrare le operazioni e partecipava attivamente alla registrazione e alla pubblicizzazione degli attacchi contro le truppe dell’IDF».



L’IDF ha dichiarato di aver ottenuto il documento dai computer di Hamas sequestrati nella Striscia. Peraltro, questo documento include i dettagli di migliaia di operatori dell’ala militare del gruppo terroristico. «Nonostante i falsi tentativi di Hamas e Al Jazeera di presentare al-Ghoul come un giornalista, al-Ghoul era un terrorista attivo nell’organizzazione terroristica di Hamas», ha dichiarato l’IDF. Ma Al Jazeera ha negato la tesi secondo cui il giornalista fosse un agente di Hamas: ha definito «infondata» l’accusa contro il suo membro dello staff e affermato che «evidenzia la lunga storia di falsificazioni e prove false utilizzate da Israele per coprire i suoi crimini efferati».



LO SCONTRO TRA ISRAELE E AL JAZEERA

Hamas mercoledì aveva condannato le uccisioni definendole «un crimine odioso» per «terrorizzare e mettere a tacere» i giornalisti palestinesi che denunciavano «il genocidio in corso contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza da quasi 10 mesi».

Comunque, la rete da mesi è al centro di critiche da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del suo governo: ad esempio, da maggio l’ha messa al bando in Israele, chiudendo e facendo irruzione nei suoi uffici, sostenendo che stesse attivamente danneggiando la sicurezza nazionale, poi il mese scorso la Corte distrettuale di Tel Aviv ha esteso il divieto alla rete.

Già a gennaio Israele aveva accusato un giornalista dello staff dell’emittente televisiva e un freelance uccisi in un attacco aereo a Gaza di essere agenti terroristici; il mese successivo ha accusato un altro giornalista della rete, ferito in un altro attacco, di essere un vice comandante dei terroristi. In ogni caso, Al Jazeera ha sempre negato con forza le accuse di Israele, attaccandola per prendere sistematicamente di mira i suoi dipendenti nella Striscia di Gaza.

ONU CHIEDE INDAGINE SU UCCISIONE GIORNALISTI

Il fratello di Ismail, Jihad, alla BBC ha dichiarato che il suo defunto fratello era un civile che «ritraeva le sofferenze del popolo palestinese all’interno di Gaza City al mondo esterno». Il reporter, che era diventato un volto fisso del canale televisivo con sede in Qatar, insieme al suo cameraman stava raccogliendo le reazioni all’uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh quando i militari israeliani li hanno uccisi.

In precedenza, aveva coperto l’irruzione di Israele nell’ospedale di Shifa a marzo ed era stato arrestato dall’IDF sul posto, per poi essere rilasciato dopo 12 ore senza accuse. Questo per la rete «sfata e confuta la loro falsa affermazione della sua affiliazione a qualsiasi organizzazione». Inoltre, ha dichiarato che il giornalista lavorava per il canale da novembre e aveva sopportato varie “difficoltà” durante la guerra, tra cui la perdita del padre e del fratello.

L’Onu ha chiesto un’indagine completa e l’accertamento delle responsabilità per l’uccisione dei giornalisti di Al Jazeera e di altri, affermando che i giornalisti devono essere protetti ovunque. Secondo il Committee to Protect Journalists, il numero dei giornalisti uccisi a Gaza è salito a 113, tra cui 108 palestinesi, tre libanesi e due israeliani uccisi durante l’assalto del 7 ottobre.