L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ribadisce la sua bocciatura dell’idrossiclorochina per i pazienti Covid ricoverati in ospedale e per quelli curati a casa. Il farmaco antimalarico, per il quale si è espresso anche il Consiglio di Stato, aveva suscitato molte speranze per la cura del Covid. L’Aifa però spiega che le evidenze raccolte finora «dimostrano la completa mancanza di efficacia a fronte di un aumento di eventi avversi, seppur non gravi». Per questo «non raccomanda l’utilizzo dell’idrossiclorochina nei pazienti Covid». È quanto si legge nell’aggiornamento apportato alla scheda d’uso del farmaco. Con un’ordinanza il Consiglio di Stato aveva aperto all’uso domiciliare tramite prescrizione del medico, dopo il ricorso da parte di un gruppo di medici di base.
Ora arriva la bocciatura definitiva da parte dell’Aifa. Pertanto, una eventuale prescrizione sarebbe off label, non rimborsabile dal servizio sanitario nazionale, sotto la responsabilità del medico prescritto e previo consenso informato del singolo paziente.
IDROSSICLOROCHINA, AIFA RIBADISCE INEFFICACIA
Nel documento ufficiale pubblicato sull’idrossiclorochina, l’Aifa chiarisce che esistono evidenze più limitate per i pazienti affetti da Covid a bassa gravità che evidenziano «la mancanza di efficacia a fronte di un aumento degli eventi avversi, seppur non gravi». L’Agenzia italiana del farmaco, dunque, mette nero su bianco che l’uso di alti dosaggi di idrossiclorochina incrementa il rischio di reazioni avverse, quindi raccomanda un dosaggio più basso e per massimo 5-7 giorni. Già alla fine di novembre l’Agenzia europea del farmaco (Ema) aveva avvertito che in alcuni casi un sovradosaggio di questo farmaco potrebbe provocare disturbi psichiatrici e indurre istinti suicidi. La bocciatura era comunque arrivata già dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che a fine maggio aveva sospeso i test su questo farmaco nella terapia anti Covid dopo che alcuni studi ne avevano messo in dubbio l’efficacia nel trattamento di questa infezione.