Idrossiclorochina e azitromicina sono tra i farmaci più usati per curare i malati di Covid-19, anche se al momento non ci sono conferme sulla loro efficacia. Ma uno studio pubblicato su MedRxiv lancia un allarme sui rischi legati alla combinazione di questi due farmaci nel trattamento delle persone positive al nuovo coronavirus. Realizzata dal gruppo Observational Health Data Science and Informatics, la ricerca è l’analisi più grande al momento condotta su questi trattamenti. Nello specifico, si è scoperto che aumentano i rischi di effetti collaterali a livello cardiaco, nella misura del 15-20 per cento: si parla di dolori al torace e scompensi cardiaci, ma anche di rischio di morte nel primo mese di trattamento. Dallo studio dei dati di 127 pazienti è emerso che gli effetti collaterali sono comparsi soprattutto nelle donne con età media di 56 anni. I disturbi della conduzione sono stati il principale effetto collaterale riportato, a seguire scompenso cardiaco, ipertrofia ventricolare, ipocinesia, disfunzione valvolare e ipertensione arteriosa polmonare. Una volta sospesi i farmaci, il 44,9 per cento dei pazienti ha recuperato la normale funzionalità cardiaca, mentre il 12,9 ha riportato danni irreversibili e il 30 per cento è morto.
CORONAVIRUS, GLI EFFETTI DI IDROSSICLOROCHINA E AZITROMICINA
La buona notizia è che l’uso a breve termine dell’idrossicolorochina non è associato a un rischio eccessivo rispetto a un altro trattamento comune (sulfasalazina), la brutta notizia è che invece a lungo termine i problemi aumentano. Lo studio ha infatti evidenziato che gli effetti collaterali sono stati indotti da un’elevata dose di clorochina o idrossiclorochina nella maggior parte dei pazienti, anche se sono state registrate complicazioni anche in quelli a cui sono state somministrate meno dosi. Da qui la conclusione che l’uso a lungo termine dell’idrossiclorochina comporti un rischio di mortalità per problemi cardiovascolari. Anche se per il Covid-19 non è previsto un uso prolungato di questo farmaco, lo studio spiega che ci sono ricerche secondo cui dosi più elevate possono produrre effetti collaterali anche nel breve termine. La situazione si complica poi con combinazione con l’azitromicina. In particolare, l’uso a breve termine di idrossiclorochina e azitromicina è associato ad un aumento del rischio di dolore al petto, insufficienza cardiaca e mortalità cardiovascolare. Già l’Aifa aveva gettato ombre sull’idrossiclorochina, sconsigliandone l’associazione col lopinavir.