La comunità scientifica si divide sull’efficacia dell’idrossiclorochina. Il farmaco che è stato “propagandato” dal presidente americano Donald Trump sembra non funzionare contro il Covid-19, anzi potrebbe causare problemi cardiaci. A lanciare l’allarme diversi studi, pubblicati sul Journal of the American Medical Association e sul New England Journal of Medicine. Già prima di queste ricerche la Food and Drug Administration e il National Institutes of Health avevano avvertito riguardo l’uso dei farmaci. «È stato praticamente messo il chiodo sulla bara dell’idrossiclorochina», ha dichiarato il dottor William Schaffner, esperto di malattie infettive e consulente di lunga data del Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie. Invece in Francia è stato condotto un altro studio, pubblicato su medrxiv, sull’uso dell’idrossiclorochina con l’azitromicina, da cui emerge che «che i pazienti in ospedale trattati con HCQ più azitromicina per più di 48 ore, hanno un rischio ridotto di essere trasferiti in terapia intensiva e/o di decesso». I ricercatori francesi sostengono che questa terapia combinata abbia dato «buoni risultati clinici e virologici».
IDROSSICLOROCHINA E CORONAVIRUS, DUBBI SU EFFICACIA E RISCHI CUORE
Sull’idrossiclorochina e la sua efficacia nel trattamento dei pazienti positivi al coronavirus è intervenuto anche il professor Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano. «Abbiamo tentato di tutto e di più anche sulla base di razionali davvero flebili, tanto è vero che abbiamo provato a usare il Lopinavir ritonavir ma è acclarato che non fa nulla, poi l’idrossiclorochina ma i dati sono sempre più desolanti», ha dichiarato ai microfoni di Tpi. I riflettori dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) restano accesi, infatti raccomanda agli operatori sanitari di monitorare con attenzione i pazienti con Covid-19 che ricevono clorochina o idrossiclorochina, tenendo conto dei problemi cardiaci preesistenti che possono rendere i malati più predisposti ad andare incontro a disturbi del ritmo cardiaco. Quindi i medici devono considerare la possibilità che insorgano effetti collaterali indesiderati, in particolare con dosaggi più elevati e in associazione con altri medicinali come l’azitromicina, che possono provocare problemi cardiaci anche gravi.