L’idrossiclorochina è ormai un caso. Prima i riscontri incoraggianti, poi i dubbi e quindi la bocciatura. L’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di sospendere la sperimentazione, così ha fatto poi l’Agenzia italiana del farmaco. Ma lo studio che ha “affossato” l’idrossiclorochina è basato su dati sospetti. Ne parla il Guardian, che ha condotto un’inchiesta su Surgisphere, la società di Chicago che ha raccolto i dati. La Surgisphere non è riuscita a spiegare né le clamorose discrepanze di dati individuate dall’edizione australiana del Guardian, né la metodologia usata per il suo studio, in cui si afferma di aver raccolto legittimamente dati da oltre mille ospedali in tutto il mondo. Ma il Guardian ha scoperto anche che lo “science editor” è un autore di fantascienza, mentre l’esperta di marketing è una modella porno. Le competenze scientifiche dei dipendenti, dunque, sono limitate. E poi il link “come contattarci”sul sito portava, fino allo scorso lunedì, alla pagina di un sito di criptomonete.
IDROSSICLOROCHINA E IL CASO DELLO STUDIO DI SURGISPHERE
Il primo dato che ha fatto sospettare al Guardian che qualcosa non quadrasse era quello sui morti in Australia. Negli studi Surgisphere si parla di 73 pazienti deceduti, ma fino al 21 aprile, data finale dell’analisi, i morti in Australia erano 67, secondo il report della Johns Hopkins University. Il Guardian ha quindi contattato i principali ospedali australiani e nessuno aveva mai sentito parlare della società americana. Il quotidiano ha anche messo in dubbio il database dell’azienda. «Con ogni probabilità quel database è una truffa», ha dichiarato Peter Ellis, capo dei data analyst dell’azienda di consulenza Nous Group. Guarda caso, dopo la pubblicazione dell’inchiesta, The Lancet e il New England Journal of Medicine hanno pubblicato delle note per i lettori e non si esclude che ritirino la pubblicazione. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, invece ha annunciato di voler riprendere gli studi sul farmaco. Ma il “danno” è fatto, perché è accusata di aver bandito con eccessivo entusiasmo l’idrossiclorochina.