Idrossiclorochina? No, meglio l’aspirina. A stabilirlo è il nuovo documento elaborato per fornire ai medici di famiglia linee guida per le cure a casa delle persone affette da Covid che non necessitano di ricovero in ospedale. Il documento “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione dal Sars-Cov-2”, tra l’altro, è attualmente al vaglio del ministro della Salute Roberto Speranza. Dunque, bisogna tenere sempre a portata di mano il saturimetro, per monitorare l’ossigenazione, e non devono mancare paracetamolo, aspirina e cortisonici. Invece l’idrossiclorochina è inefficace, infatti l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) lo aveva inserito tra le terapie non raccomandate per il Covid. Inoltre, ai medici di famiglia vengono prospettati cinque stadi del Covid: asintomatica o presintomatica, lieve, moderata, severa e critica. I farmaci vengono ovviamente consigliati a seconda dello stadio e dell’evoluzione della malattia. Il paracetamolo è utile per abbassare la febbre in fase sintomatica. Il cortisone lo è in quei pazienti in cui il quadro clinico non migliora entro 72 ore, ma non può essere usato in maniera continuativa.



COME CURARSI A CASA: NO ANTIBIOTICI E AEROSOL SE…

L’eparina va invece usata nei casi più gravi, ma non nei soggetti immobilizzati. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, bisogna somministrare in maniera oculata anche il farmaco Remdesivir, il cui beneficio è dimostrato solo in ossigenoterapia. Il documento al vaglio del ministero della Salute sconsiglia gli antibiotici, come per tutte le infezioni virali, e altre associazioni farmacologiche, come Lopinavir-Ritonavir, Darunavir-Ritonavir o cobicistat, e soprattutto l’idrossiclorochina. L’Istituto superiore di sanità (Iss) consiglia anche il monitoraggio costante della saturazione dell’ossigeno, perché se scende sotto il 92% a riposo bisogna subito allertare il 118. Niente aerosol se si è in isolamento con altri conviventi, idratarsi e nutrirsi in maniera appropriata, proseguire le terapie croniche in corso.



Se secondo Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, si tratta di un documento utile per una omogeneità di trattamento, per i sindacati invece sono procedure già note. «Attendiamo ancora di essere messi in condizioni di visitare i pazienti a casa, con strumentazione adeguata per ecografie ed esami del sangue», ha dichiarato Pina Onotri, segretaria generale di Smi. Per Pier Luigi Bartoletti, vicesegretario Fimmg e responsabile Usca per la Regione Lazio, «queste non sono delle linee guida, ma libere argomentazioni basate su esperienze personali».

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