Dietro la “maschera” dello Iettatore di Avanti un altro si nasconde uno iettatore nella vita. E non perché Franco Pistoni, il personaggio del programma di Paolo Bonolis amato da grandi e piccini, porti realmente sfortuna. Ma perché quel suo aspetto cupo, quel fisico dinoccolato, chissà perché ha sempre ispirato poca fiducia, al punto che a Rieti, il suo paese, l’attore era sempre quello da emarginare, da tenere alla larga. Un retroscena sorprendente, che lo Iettatore ha raccontato in un’intervista a “Il Fatto Quotidiano”:”A Rieti ero considerato una persona da non frequentare. Una ragazza venne picchiata dai genitori, solo perché era stata vista in giro con me. Ero alto, magro, con l’orecchino e di sinistra estrema: una persona da tenere a distanza”. L’atteggiamento dei suoi compaesani mutò nel 1986, dopo che il suo lavoro lo aveva portato ad una comparizione ne “Il Nome della Rosa” accanto a Sean Connery:”Quando tornai in paese, ero diventato quello che ha recitato con James Bond. Gli stessi che mi avevano tenuto a distanza adesso mi salutavano. Non ci feci caso”.
LO IETTATORE DI AVANTI UN ALTRO
La passione più grande per lo Iettatore, il ruolo cui ormai vine associato Franco Pistoni, resta quella per il teatro:”Il cinema? L’ho fatto per guadagnare soldi, ma non mi è mai piaciuto. Forse perché sono sempre stato usato come caratterista negli stessi ruoli. Feci una quarantina di film, di cui ne salvo solo un paio. Ero sempre quello alto, magro e piuttosto cupo. Forse perché ho un tipo di fisico associato a qualche tipo di malanno, anche psicologico. Ho ucciso e sono morto un sacco. In tutte le maniere: impiccato, suicidato, accoltellato”. E dire che anche la produzione di Avanti un altro lo contatta per interpretare lo Iettatore, un personaggio ispirato a quello di Totò nel film La Patente, Franco inizialmente rifiuta:”Non volevo apparire. La tv non mi ha mai appassionato. Non ce l’ho mai avuta neanche a casa”. Poi però cambia idea, per tre motivi:”Primo, volevo sperimentare. Secondo, mi faceva comodo un’entrata per pagare gli studi di mia figlia all’Università di Roma. Terzo e più importante, con quel personaggio avrei avuto la mia ‘rivincita’. Volevo riuscire a trasformare una figura temuta e negativa nel suo esatto contrario. Volevo prendere un personaggio cupo, che mi era stato attribuito in passato, e trasformarlo in una figura piacevole, un piccolo cialtrone che piace anche ai bambini. Voi mi avete visto così? E io vi faccio vedere come posso piacere a tutti”.