Ignazio La Russa è intervenuto ai microfoni della trasmissione di Peter Gomez “La Confessione” nel corso dell’ultima puntata, parlando a ruota libera della sua vita e delle sue convinzioni politiche. Subito si è partiti dall’attualità e dalle discussioni presenti nel nostro Paese circa le recrudescenze fasciste: “Non capisco chi si definisce contro tutti i fascismi – ha affermato La Russa –. Di fascismo ce n’è stato soltanto uno, finito nel 1945. Si tratta di un fatto storico, ben delimitato nel tempo”.
Fare il saluto romano è opportuno ai giorni nostri? “Dipende dalle occasioni in cui lo si fa, dal contesto. Certo, se lo si fa con l’intento in qualche modo di favorire un ritorno del Fascismo, ci trovo molto di male”. Gomez a questo punto ha sottolineato che una parte minoritaria degli elettori strizza l’occhio al Fascismo come se lo strizzassero alla violenza e al disprezzo dell’altro, con il politico che è intervenuto subito in replica: “C’è chi si riconosce non nel Fascismo, ma nella lettura distorta del fatto storico. Se uno è violento, si crede fascista. Ciò che è sicuro, è che io sono nettamente contrario alla trasformazione di un’analisi storica nel folklorismo”.
IGNAZIO LA RUSSA: “IO IL 25 APRILE NON FESTEGGIO PERCHÉ…”
Nel prosieguo dell’intervista, Ignazio La Russa ha spiegato le ragioni per le quali non celebra il 25 aprile, Festa della Liberazione: “La nostra Repubblica non si fonda sul 25 aprile – ha asserito –. Persino l’antifascismo della Costituzione è relegato in una disposizione tuttora transitoria. Perché non festeggio? Perché non è la festa della libertà, è la festa dell’antifascismo. Io sono anche antifascista: onoro i partigiani bianchi che hanno lavorato per la nostra libertà, ma non onoro i partigiani rossi, che hanno lavorato sotto una dittatura. Il 25 aprile è la festa dei partigiani rossi!”.
La Russa ha quindi esternato un suo personale desiderio: “Vorrei che facessimo i conti con il passato, perché finirebbe la strumentalizzazione antifascista, riconoscendo nella storia tutte le ombre enormi del Fascismo, ma anche qualche luce. Solo così questi ragazzotti che oggi utilizzano il Fascismo nella maniera più sbagliata non avrebbero ragione d’esistere”. Infine, una considerazione sui suoi colleghi: “Giorgia Meloni per me è come una sorella, è più vicina alle mie idee rispetto a quelle di Salvini, che comunque credo sia molto sottovalutato. Berlusconi? Un genio, non solo in politica”.