«Se c’è bisogno, non vedo rischi nell’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) ma non dovremmo considerarlo come una manna»: così il Governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco spiega a Bloomberg Tv la sua personale “visione” sull’utilizzo degli aiuti europei in arrivo nei prossimi mesi per contrastare l’emergenza Covid-19. L’Italia ancora si sta interrogando – con il Pd che preme sul Premier Conte perché vinca le proprie perplessità (e quelle di parte del M5s) – se utilizzare o meno il Mes, ma per Bankitalia dovrebbe essere abbracciato solo se strettamente necessario: per via delle condizioni? Non esattamente, «Io credo che questi fondi sono senza condizioni, è chiaro che debbano essere utilizzati per alcune particolari ragioni, questo è l’unico requisito», sottolinea ancora Visco, aggiungendo però che comunque trattasi sempre di prestiti contratti «non verso il mercato ma verso l’Europa ma appunto sono prestiti», anche se a condizioni comunque vantaggiose. In attesa dell’impalcatura effettiva del Recovery Fund, il Governatore della Banca d’Italia sottolinea come ancora decisivi gli interventi della Bce con il piano PEPP: «le misure di Francoforte andranno avanti fino a che la domanda sia scarsa e l’inflazione bassa».
VISCO: I RISCHI SUL PIL
Per Ignazio Visco l’intervento della Bce, ancora sulla scia del suo ex Presidente Draghi, è auspicabile che prosegua nel programma di acquisto di titoli di Stato con flessibilità tale da «incentrarsi su turbolenze locali e rischi di frammentazione». Nella parte finale della lunga intervista a Bloomberg, il n.1 di Bankitalia ha difeso lo stesso piano PEPP spiegando che tale operazione – a differenza di quanto ad esempio ritengono i giudici della Corte Costituzionale tedesca – «non mette a rischio il cammino delle riforme del nostro Paese». Visco ammette comunque che la situazione dell’economia e lavoro in Italia è sempre più difficile e secondo le stime di Banca d’Italia il Pil potrebbe cadere a fine 2020 il 9,1% e il 13,1%, cifre enormi nonostante arrivino comunque dati incoraggianti «da alcune Regioni che stanno recuperando terreno economico» perso durante il lockdown. In conclusione, Visco sottolinea come sia calato il livello di partecipazione al mercato del lavoro, «quindi il tasso di disoccupazione non dice molto: ci sono comunque segni di miglioramento, soprattutto in arrivo da alcune regioni. Il dato resta comunque ancora molto al di sotto dei dati del 2019». Alcuni lavori sono stati toccati più di altri (turismo e ristorazione su tutti), creando una certa «asimmetria nell’impatto occupazione del Covid».