Igor Cassina si appresta a vivere la sua settima Olimpiade, la quarta da telecronista Rai. Il campione di ginnastica, però, ne ha anche vissute tre da protagonista, portando a casa la medaglia d’oro ad Atene 2004 con il suo storico “movimento Cassina“, che riuscì alla perfezione. Vent’anni dopo, al Corriere della Sera racconta: “Ricordo che fu tremendo tenere la concentrazione nella bolgia che i tifosi russi avevano scatenata contro i giudici per il voto basso attribuito al loro Nemov. Nessuno però mise in discussione la mia vittoria”.



L’emozione più bella, per Igor, è stata quella di sentire l’inno di Mameli risuonare su quella pedana, simbolo che proprio lui aveva portato a casa quella straordinaria medaglia. Oggi rivela di aver pensato, in quel momento, ai genitori e alla sorella e alle loro emozioni, perché senza di loro probabilmente non sarebbe stato lì. L’ambizione, però, è sempre stata quella di gareggiare ad alti livelli e magari arrivare proprio ai Giochi Olimpici: “Sognavo di vincere le Olimpiadi da quando ero piccolo. A 10 anni partecipai al Sabato dello Zecchino d’oro, e dopo una piccola esibizione alla sbarra, la presentatrice Didi Leoni mi chiese: cosa vuoi fare da grande? Risposi: diventare un campione di ginnastica”.



Igor Cassina: “Dalla palestra entrai e non uscii mai”

La carriera sportiva di Igor Cassina era cominciata in un altro modo, dal judo: lui, particolarmente vivace, si rifiutava di mettere il judogi e ai genitori diceva: “Piuttosto vado in palestra con mia sorella Mara”. Loro lo presero in parola mandandolo ad allenarsi con la sorella, ma una volta entrato in palestra, non ne uscì più, nonostante all’inizio fu tutt’altro che semplice, come rivela al Corriere della Sera: “Ero proprio inadatto: troppo piccolo, troppo magro, troppo fragile”. La passione per la ginnastica, però, c’era e lo spinse a continuare, andando avanti e allenandosi otto ore al giorno, ogni giorno dell’anno, anche a casa: “Papà Giancarlo quando avevo sei anni mi costruì la prima sbarra in miniatura con le sue mani. Facevo i conti a casa…” racconta ancora.



Tra pochi giorni cominceranno le Olimpiadi di Parigi, che l’ex atleta seguirà come telecronista Rai per la quarta volta in carriera. Le speranze, a suo dire, sono buonissime: “Non ho mai visto in vita mia una nazionale così forte. Carlo Macchini può farci sognare, Nicola Bartolini, che è stato campione del mondo al corpo libero, e Marco Lodadio, agli anelli, possono andare a podio. Le ragazze poi da due quadrienni sono fortissime” spiega, aggiungendo che spera di poter raccontare le loro vittorie.