Igor il Russo, alias Norbert Feher, è stato dichiarato colpevole dalla giustizia spagnola per tre crimini commessi in landa iberica nella serata del 14 dicembre 2017 ad Andorra, in Aragona, quando uccise l’allevatore José Luis Iranzo e gli agenti della Guardia Civil Víctor Romero e Víctor Jesús Caballero. Il verdetto è stato accolto dal killer, nativo della Serbia, in maniera del tutto tranquilla, all’interno di una teca di vetro dalla quale ha fissato la donna incaricata di dare lettura del verdetto. Adesso, la pubblica accusa e le parti civili chiedono per lui prisión permanente revisable, la massima pena possibile in Spagna.



Come riporta l’ANSA, adesso in tutta la nazione c’è attesa per la sentenza del giudice, che si esprimerà sulla possibilità per lui dell’ergastolo. Ricordiamo che Igor il Russo raggiunge la nazione spagnola dopo avere freddato in Emilia-Romagna il barista Davide Ferri e la guardia ecologica Valerio Verri (per quei crimini è stato condannato in appello all’ergastolo). Non solo: prima del triplice omicidio di Andorra, Feher sparò a due residenti della zona, che si salvarono per miracolo, e fu condannato a 21 anni di prigione.



IGOR IL RUSSO, LA DIFESA VALUTA IL RICORSO

Igor il Russo, giudicato colpevole anche in Spagna, ha commesso un delitto atroce proprio in tale nazione. L’agenzia ANSA ricorda che “il pomeriggio del 14 dicembre 2017, gli uomini della Guardia Civile sulle sue tracce si fecero accompagnare da Iranzo, buon conoscitore delle campagne in cui si temeva fosse nascosto, e lo scovarono. Feher, secondo la giuria popolare, tese loro un agguato: prima uccise a colpi di pistola Iranzo, poi anche gli agenti Romero e Caballero. Fuggì a bordo dell’auto dell’allevatore e venne arrestato ore dopo”. Da quel momento Igor il Russo è dietro le sbarre e Maria Sirica, vedova di Davide Fabbri, vittima della follia del killer, ha dichiarato: “Sentire il nome di quell’individuo mi fa ancora male, per questo non ne parlo mai. Penso solo che una persona così non dovrebbe esistere. Spero che rimanga in galera lì e non torni più in Italia, almeno nel posto dov’è adesso sarà costretto a rispettare le regole. Qui lo Stato se n’è fregato”. La difesa di Feher starebbe valutando gli estremi per il ricorso.

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