A nove giorni dalla sua scarcerazione, Ikram Nazih, giovane studentessa italo-marocchina arrestata due mesi fa per blasfemia appena sbarcata all’aeroporto di Casablanca ha potuto riabbracciare la sua famiglia in Marocco. A raggiungerla è stata Laura Cappon del Domani. Lo scorso 28 giugno al termine del primo grado era stata condannata a 3 anni e mezzo e ad una multa di 4800 euro. Il motivo? Un post condiviso nel 2019 su Facebook in cui usava un gioco di parole per scherzare sulla sura 108 del Corano. Un post rimasto online solo 15 minuti, quanto basta per far scattare la denuncia da parte di una associazione religiosa musulmana locale. Lo scorso 23 agosto l’udienza di secondo grado viene anticipata e la sentenza stravolta con condanna ad appena 2 mesi, già scontati e l’annullamento della multa. “Quando ho ascoltato il verdetto ho pianto”, ha commentato la giovane. A farlo è stato anche il padre.
La ragazza ha ricordato quanto accaduto in Marocco, al suo arrivo, il 19 giugno scorso: “La polizia di frontiera mi ha portato via i documenti e mi ha detto di aspettare […] tre ore dopo il mio arrivo ero chiusa in una cella”. Ikram ha spiegato di non aver avuto alcuna idea di cosa stesse accadendo: “Ero sotto shock”, ha svelato, “non mi hanno permesso di telefonare a nessuno”. Sono stati gli agenti a contattare una sua cugina che vive in Marocco e che le ha trovato il suo primo avvocato.
Ikram Nazih e l’arresto in Marocco
Ikram Nazih non nasconde di aver avuto molta paura in quei momenti concitati. Non aveva capito da subito che c’entrasse la pubblicazione di un vecchio post social fino al suo interrogatorio, avvenuto il giorno dopo. “Mi hanno mostrato il post chiedendomi se avevo condiviso quella foto. Ho risposto di si ma in realtà non sapevo bene neppure cosa ci fosse scritto”, ha confessato, dal momento che non conoscerebbe l’arabo classico. La ragazza ha precisato che la condivisione del post era avvenuta nell’aprile del 2020 e non del 2019, quando aveva condiviso un post solo perché diventato virale. Nonostante i consigli a toglierlo, qualcuno tra i suoi contatti avrebbe fatto subito uno screen diffondendolo sul web ed accusandola di blasfemia: “Da quel momento ho ricevuto moltissimi insulti ma non sapevo che in Marocco fosse partita addirittura una denuncia”, ha spiegato.
In merito alla sua detenzione ha commentato: “la polizia non mi ha trattato benissimo all’inizio: gli agenti mi dicevano che avrei meritato 5 anni di reclusione per ciò che avevo fatto”. Dopo il suo ingresso nel carcere ha pensato subito ai suoi genitori che vivono in Francia ed al dolore che avrebbero potuto provare. La cosa che non dimenticherà mai? “Il mio ingresso nella cella, ero nel panico, non riuscivo a respirare”. A proposito della detenzione ha commentato: “C’è solo un modo per definirla e la parola è disperazione perché senti di non avere più speranza”.
Il processo e la scarcerazione
Il 28 giugno Ikram Nazih è stata condotta in aula per l’udienza di primo grado. Anche lì non avrebbe avuto un trattamento giusto: “mentre rispondevo il giudice non mi guardava nemmeno in faccia”, ha dichiarato. Due mesi dopo però la condanna è stata fortunatamente ribaltata: “Il processo di appello è stato molto diverso, il giudice è stato gentile. Si è mostrato come una figura paterna, mi ha detto che sono ancora una ragazza e aveva capito che io non sapevo cosa stessi postando sui social”. Dopo la sentenza ha pianto nuovamente, questa volta di gioia.
Al suo caso l’Italia si è particolarmente interessata con ben tre interrogazioni parlamentari ed una raccolta firme che hanno molto toccato l’italo-marocchina: “L’ambasciata italiana è stata importantissima, senza il loro intervento forse sarei ancora in prigione”, ha dichiarato. Contro di lei però si è scatenata sui social anche una campagna d’odio. Dopo la scarcerazione ha avuto modo di incontrare suo padre che durante la sua detenzione andava ogni giorni a Marrakech per informarsi sul suo stato: “Stava malissimo, non riusciva più a mangiare nè a dormire”. Tra pochi giorni tornerà all’Università di Marsiglia dove spera di poter riavere il suo post dopo quanto accaduto.