Il Barcellona potrebbe davvero fallire? Risposta affermativa secondo il candidato alla presidenza del club, Victor Font, che ha pubblicato una lettera nella quale ha avvisato di una situazione che ha paragonato ad una tempesta perfetta, sostenendo come i rischi siano diventati “giganteschi” – anche a causa della pandemia da Coronavirus, che ha tolto introiti alle casse della società – e in mancanza di una rapida inversione di rotta, ma forse anche a prescindere da quella, si potrebbe arrivare alla “bancarotta economica e morale”. Tempi bui dunque in casa blaugrana: le elezioni per la presidenza si dovrebbero tenere nel 2021 ma potrebbero essere anticipate, perché la bolla starebbe per scoppiare e già nella giornata di ieri il Consiglio d’Amministrazione ha provveduto a intentare un’azione penale contro l’ex vice-presidente Emili Rousaud, che avrebbe mosso “accuse serie e infondate” ad indirizzo del club.
Di cosa si parla? Del Barçagate: ovvero, uno scandalo scoppiato all’emergere di voci secondo cui il presidente Josep Bartomeu avrebbe pagato un’azienda privata perché intervenisse sui social network operando una campagna di screditamento di alcune figure chiave all’interno del club. Tra queste ci sarebbe anche Leo Messi, soprattutto Leo Messi; inoltre si parlerebbe anche di una politica sportiva irregolare, bilanci gonfiati e una squadra “in guerra civile da molte settimane contro la proprietà”: l’allarme lanciato da Font potrebbe essere visto come un tentativo di gettare benzina sul fuoco in campagna elettorale, ma certamente qualcosa di vero c’è ed effettivamente l’aria che si respira intorno al Camp Nou non è delle più buone e sane. Per il candidato alla presidenza sarebbe cominciato tutto nel 2013, quando il Barcellona ha acquistato Neymar: un’operazione talmente ingente che il club non si sarebbe più ripreso, e che peraltro ancora oggi si sta trascinando nelle aule dei tribunali.
IL BARCELLONA RISCHIA IL FALLIMENTO?
Che le cose a Barcellona non andassero benissimo si era capito tempo fa: a gennaio l’esonero di Ernesto Valverde è stato il primo, a stagione in corso, da ben 17 anni e subito dopo Eric Abidal, oggi dirigente blaugrana, ha pubblicamente rivelato come il tecnico fosse stato allontanato per volere di spogliatoio. Esternazione che ha mandato su tutte le furie lo stesso Messi, che ha bollato l’accusa come fake news (lo ha fatto anche di recente circa la voce del suo trasferimento all’Inter, insieme a Thiago Alcantara) prima di avere un diverbio con la dirigenza circa la spinosa questione del taglio degli stipendi, in epoca di Coronavirus. Nel frattempo la squadra sarebbe in corsa per Liga e Champions League, ma mai come oggi – almeno nel nuovo millennio – sembra davvero vicina ad andare in mille pezzi: sei membri del CdA si sono dimessi negli ultimi giorni, lasciando Bartomeu sempre più solo al timone.
La nostra è solo un’ipotesi, ma a Barcellona le cose hanno iniziato a declinare da quando Joan Laporta ha lasciato: è lui l’uomo che ha portato in panchina Frank Rijkaard aprendo il grande ciclo blaugrana proseguito da Pep Guardiola. Vero che nel frattempo – 2010 – ci sono stati anche i cinque anni di Sandro Rosell (con il quale il club ha comunque vinto un’altra Champions League e fatto il Triplete con Luis Enrique), ma ancora oggi Laporta è considerato il presidente che ha cambiato la storia moderna della squadra catalana – tanto che si fatica a comprendere come nel 2015 Bartomeu sia riuscito a batterlo alle elezioni. Adesso il Barcellona si trova a fronteggiare questo momento davvero complicato: la speranza, non solo per loro ma per tutti gli appassionati di calcio e sport, è che ovviamente riesca ad uscirne.