È stato condannato a 8 anni di Daspo, l’interdizione massima alle competizioni sportive, dopo numerose risse. Massimiliano Minnocci, detto “il brasiliano”, è oggi un influencer che cerca di voltare pagina dopo tanti anni di violenza e sangue negli stadi di tutta Italia. L’ultras giallorosso, tra i più temuti della tifoseria della Roma, si è raccontata ai microfoni della trasmissione Buoni o cattivi, in onda su Italia1, nel corso della quale ha svelato la routine pre-stadio, dove andava solo per scontrarsi con i tifosi avversari e non per guardare le gare della “Magica”.
“Sono un ex criminale tra virgolette, ho fatto la vita di strada e ho fatto tante cose brutte. Ora sto cercando di redimermi perché questa vita mia ha letteralmente fatto venire la nausea. Andavo allo stadio solo per fare gli scontri, della partita non mi interessava nulla. Vincevamo o perdevamo, non mi importava, io portavo a casa il risultato a modo mio scontrandomi con le tifoserie” ha raccontato. Minnocci ha poi aggiunto: “Non ho mai avuto ripensamenti, quando stai lì in mezzo hai 100 matti come te da una parte e dall’altra. Oltre ad andare allo stadio a tifare io andavo lì perché difendevo la mia città, dove è scritto che tu che sei di un’altra città vieni qui a Roma e fai come ti pare?”.
Il Brasiliano, l’incontro col padre e la violenza
Ma com’è nata l’indole violenta? A tentare di dare una risposta ci ha pensato lo stesso “brasiliano”, chiamato così perché da piccolo era molto bravo a giocare a calcio prima che la sua vita prendesse una direzione sbagliata: “Fino a 12 anni ho vissuto con mia nonna e non sapevo neanche come fosse fatto mio padre. Poi l’ho incontrato, era di stazza imponente e prendevo lui come idolo. Ho fatto tutto quello che ha fatto lui con la cocaina, la strada, i reati. Quando ero piccolo e giocavo mio padre è entrato in campo con una pala e ha rincorso l’arbitro. Da uno così potevo mai nascere normale? Nel 1987 mi portò per la prima volta all’Olimpico a vedere Roma-Juventus, lo stadio era tutto giallorosso. Mi ha inculcato in qualche modo la fede per la Roma, ma forse troppo perché poi ho iniziato a fare gli scontri e ho fatto tante cose brutte“.
La routine pre-partita è sempre stata chiara per arrivare allo stadio carico e pronto per ogni tipo di rissa: “Vieni in palestra e prendi testosterone, Deca Durabolin e trenbolone. Il testosterone ti fa diventare animale, prima di andare allo stadio prendi cocaina, ti bevi tre birra e arrivi lì che sei un cane. Gli scontri epici li facevamo contro la Lazio nel derby e con il Napoli, sono tifoserie che rispetto molto. In Italia ci sono belle tifoserie, ma lo scontro più bello è sempre nel derby. Facile che parti dalla borgata insieme ad uno col quale ti sei preso il caffè e poi in mezzo alla mischia vi prendete a coltellate. Essere ultras è una cosa personale, molti dicono no alle coltellate ma io invece le volevo dare. Ho sempre preferito essere un cane sciolto, nella vita ho sempre fatto come mi pare e facevo gli scontri a viso scoperto“.
Il Brasiliano: “Ero dipendente dall’adrenalina”
Massimiliano Minnocci, detto “il brasiliano”, ha ammesso che le risse e gli scontri da stadio lo hanno fatto diventare dipendente dall’adrenalina: “Fare gli scontri con la tifoseria avversaria è un qualcosa che non si può descrivere, quel tipo di adrenalina non eguali. È qualcosa che si può provare solo commettendo un reato, facendo una rapina in banca. Collego lo stadio alla droga perché ero diventato dipendente dall’adrenalina, per capire certe cose le devi provare. Vai allo stadio a fare queste cose perché in un certo modo non sei appagato nella tua vita quotidiana e ti vai a sfogare allo stadio“.
Poi il ricordo di uno scontro: “Contro il Manchester mandammo tifosi all’ospedale, anche io ci andai perché ho prese delle manganellate in bocca dalle forze dell’ordine. Me le sono meritate, dico la verità. Gli inglesi mi stavano buttando nel Tevere, poi è arrivata l’ambulanza e stavo per essere portato via. Quando ho visto che dentro con me c’erano pure i tifosi inglesi altri ultrà li hanno presi e buttati fuori dall’ambulanza, ma in qualche modo sono saliti anche loro e ci siamo ritrovati insieme al Gemelli dove è partita un’altra rissa“.
Il Brasiliano, il Daspo e la vita di oggi
Dopo tanti scontri è arrivato per Massimiliano Minnocci, detto “il brasiliano, il Daspo di otto anni: “I tifosi dell’Hajduk Spalato mi hanno impressionato, sono venuti qui e ci hanno bruciato Roma. Contro il CSKA Mosca invece ho preso otto anni di diffida, lo scontro è stato interessante perché i russi sono preparati allo scontro fisico sia mentalmente che atleticamente. Hanno delle palestre dove si preparano per fare le risse la domenica, noi eravamo una ventina e più che un gruppo da stadio era un gruppo militare. Loro avevano i coltelli e io mezzo manico di piccone, mi dicevano “cmon” per avvicinarmi e nella rissa abbiamo rotto diverse teste“.
“Mi hanno arrestato e mi hanno dato 8 anni di Daspo, che significa che non posso assistere a nessuna competizione sportiva con arbitro ufficiale. Ho provato ad andare allo stadio anche con il Daspo, perché io senza Roma non ci so stare- ha raccontato Minnocci-. La Digos mi ha riconosciuto e mi ha fatto tornare a casa. Oggi guardo tutto dalla poltrona di casa e quando sento di scontri penso ‘beati loro, mannaggia a me che non ci sono’. Non dico che ci andrei, ma solo sentire la parola mi rievoca un turbinio di emozioni”
Il Brasiliano: “Senza mia moglie sarei morto”
Oggi Massimiliano Minnocci fa l’influencer sui social. Tutto ciò è stato possibile grazie alla moglie Alice: “Ho iniziato subito a frequentare gente sbagliata, ma chi può dire chi è giusto e chi sbagliato? Forse lo sbagliato ero io. Quando fai una vita come la mia vuoi o non vuoi i nemici te li crei, quando fai cose brutte porti negatività. Non mi posso far trovare impreparato e giro sempre pronto a difendermi. Hanno sparato alla macchina di mia moglie, un gesto vile e infame perché tu l’hai con me e devi prendertela con me. Ho solo paura per lei, senza di lei avrei preso 30 anni di carcere o sarei già morto“.
“Lei mi ha preso e mi ha fatto diventare la persona che sono oggi, una donna che mi ha fatto rigare dritto. Per amore si fa questo e altro, nella vita sono stato sfortunato ma con lei no. Quando ho visto che lei si schierava dalla mia parte, cosa che neanche la mia famiglia ha mai fatto, ho capito che era la donna della mia vita” ha raccontato a Buoni o Cattivi.