Il concorso di Venezia 78 fino ad oggi ha offerto film di alto livello, pensiamo a Madres Paralelas di Pedro Almodovar oppure a È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. Elenco che comprende certamente Il buco, l’ultima fatica di Michelangelo Frammartino. Un lungometraggio privo di dialoghi e di musica, con quella purezza in grado di far gioire occhi e cuore…
TRAMA DE IL BUCO – Durante il boom economico degli anni Sessanta, l’edificio più alto d’Europa viene costruito nel prospero Nord Italia. All’altra estremità del paese, un gruppo di giovani speleologi esplora la grotta più profonda d’Europa nell’incontaminato entroterra calabrese. Si raggiunge, per la prima volta, il fondo dell’abisso del Bifurto, a 700 metri di profondità. L’avventura degli intrusi passa inosservata agli abitanti di un piccolo paese vicino, ma non al vecchio pastore dell’altopiano del Pollino la cui vita solitaria comincia ad intrecciarsi con il viaggio del gruppo. Il buco racconta di una bellezza naturale che lascia senza parole e sfiora il mistico; una esplorazione attraverso le profondità sconosciute della vita e della natura che mette in parallelo due grandi viaggi interiori.
#IlBuco di #MichelangeloFrammartino altro candidato al Leone d’oro. Un film visivamente straordinario, fotografia di una bellezza raggelante. Difficile non voler bene a opere come questa. In sala a inizio 2022 con Lucky Red, non perdetelo!#Venezia78 @MiTomorrow pic.twitter.com/GlIElGos6R
— Massimo Balsamo (@Massimo_Balss) September 4, 2021
#BiennaleCinema2021 #Venezia78 #MichelangeloFrammartino: “L’esperienza del Cinema è un’immersione collettiva nel buio e ricorda la speleologia di una volta. Gli anni Sessanta erano anni di verticalità e di luce, #IlBuco invece è una storia fatta di silenzi e buio.” pic.twitter.com/4svyzuNJNY
— La Biennale di Venezia (@la_Biennale) September 4, 2021