Le indagini, i numeri, le statistiche, raccontano sempre fenomeni più profondi, più radicali, disegnano tendenze, abbozzano ipotesi. È così anche per il sondaggio commissionato alla Doxa dall’Unione degli Atei, Agnostici e Razionalisti italiani (Uaar) sul numero e sullo status dei credenti italiani, una rilevazione chiaramente tendenziosa, ma su un campione significativo di abitanti. Il responso, in linea con le attese dei committenti, avrebbe potuto profetizzarlo chiunque ed è impietoso: -7% di cattolici dal 2014 in Italia, con un ateismo dilagante tra gli under 35 e nel nord-ovest della penisola, e un 76% abbondante di credenti tra gli over 50. Unanimi i giudizi sulla necessità di “tassare” la Chiesa nei suoi beni, sia a carattere sociale che remunerativo, amplissima la platea di coloro che – pur credenti – chiedono che lo Stato risponda ad un’etica della responsabilità piuttosto che ad un’etica dei principi.



Uno scenario da prendere con le pinze, certamente, ma non lontano dal sentire comune di chi vive e sta tra la gente. Un quadro che pone ai credenti una domanda senza appello, e forse inattesa: “Che cercate?”.

La risposta al quesito è decisiva. Che cercate voi credenti in mezzo a questo mondo che finisce e che vi volta le spalle? Che cercate mentre perdete potere nella società, autorevolezza in ambito educativo, affidabilità dal punto di vista morale? Che cercate fra gli scandali che si affastellano, fra i conflitti evidenti tra le diverse fazioni, fra due papi che sono sistematicamente e diabolicamente contrapposti? Che cercate mentre si scopre che essere cristiani non vi ha reso politici più integerrimi o uomini più maturi, mentre vedete fallire e trasformarsi ordini religiosi, edifici di culto, realtà socio-assistenziali? Cercate forse un’isola? Cercate un luogo cui aggrapparvi e dove costruire la vostra cittadella? Cercate il Messia politico che vi vendichi dei torti subiti? Cercate nuove strategie capaci di attirare gente o forme pastorali adeguate ai nostri tempi? Cercate di essere più moderni, di vedere sconfitti i vostri nemici per la mano potente di Dio? Cercate di rifarvi una reputazione eliminando le “mele marce” ed isolando i “compagni che sbagliano”? Cercate di costruirvi nuovi posti al sole o realtà d’eccellenza in cui mostrare al mondo che siete in fondo i migliori e che sono gli altri ad avere sbagliato? Che cercate voi credenti? Di che cosa avete bisogno?



Le domande sono tante e le statistiche aiutano ad affrontarle tutte. Ma forse la questione è più semplice e parte dal perché si è arrivati a questi presunti numeri e a questi presunti giudizi, a questo presunto odio e a questa presunta indifferenza. Perché abbiamo cercato il potere. O abbiamo cercato un etereo Cristo. Dimenticandoci che la rivoluzione la fa solo un cuore che vuole essere felice.

Dicono sia troppo poco. E con le loro guerre continuano ogni giorno a morire un po’ di più. A dimenticarsi dello sguardo che avevano quei due, quando erano solo due su milioni, il primo giorno sul mare di Galilea. Con le statistiche tutte contro, ma con le lacrime nei loro occhi. Senza alcun potere, ma con la Vita che – d’improvviso – scoppiava dentro al cuore.