Da circa dieci giorni ha occupato le pagine delle testate scolastiche e non solo, arrivando anche sulla principale stampa nazionale. Stiamo parlando del caso della bidella pendolare, che era stata dipinta dai media come eroina, viaggiando da Napoli a Milano in treno per poter lavorare e non potendosi permettere gli affitti nel nord Italia. Ora forse siamo arrivati ad un epilogo, facendo chiarezza sulla base di alcuni documenti emersi e delle ultime dichiarazioni rese dall’interessata.
Il principale documento che permetterebbe di fare luce sulla vicenda sarebbe consultabile sul Ministero dell’istruzione, e si tratterebbe di un congedo straordinario per assistenza familiari con handicap in situazione di gravità. Giuseppina Giugliano infatti, la nota “bidella pendolare”, avrebbe richiesto dopo le vacanze natalizie, dal 19 gennaio 2023 fino al 31 agosto 2023, questa aspettativa retribuita. Questo significherebbe che, per certo, fino alla fine dell’anno scolastico non viaggerà più in treno per recarsi al lavoro.
Si può quindi mettere fine a questa storia della bidella pendolare diventata per settimane virale, cercando però di capire cosa ha portato ad esaltare la vicenda.
Perchè è diventata famosa la “bidella pendolare”?
In realtà Giuseppina Giugliano, bidella precaria, è vero che per alcuni periodi avrebbe viaggiato col treno da Napoli a Milano per lavorare nelle scuole dove conseguiva le supplenze, senza prendere alloggio sul posto di lavoro.
Però non si è mai ritrovata a dover continuare il pendolarismo per un intero anno scolastico. Già lo scorso anno scolastico la donna, dopo alcuni mesi di supplenza, avrebbe usufruito dello stesso congedo straordinario per assistere familiari con handicap. E quest’anno i viaggi in treno si sarebbero susseguiti solo fino a dicembre, interrotti solo, come lei stessa ha dichiarato, da un breve periodo di assenza per malattia e permessi, per poi interrompersi circa una settimana fa sempre per richiedere il congedo straordinario.
La sua storia quindi, da quanto è emerso, è stata portata alla ribalta dai media raccontando solo una parte di verità, senza indagare su come stavano realmente le cose. Quel che è certo è che ora la giovane donna non dovrà più viaggiare da pendolare almeno fino al prossimo anno scolastico, con la possibilità nel frattempo di poter chiedere trasferimento anche vicino alla propria dimora avendo nel mentre ottenuto il ruolo.