C’è una forza nascosta nell’economia italiana, una forza troppo spesso sottovalutata, dimenticata, emarginata. È la forza della cooperazione, di quella realtà sociale e mutualistica che ha sostenuto la dinamica economica a livello locale, una realtà caratterizzata dalle piccole e medie imprese, dai distretti industriali, dalle iniziative nate e sviluppate all’ombra dei campanili.



Soprattutto nelle regioni del Nord-Est la cooperazione si è sviluppata comprendendo le banche, il commercio, le attività agricole, a cui si devono aggiungere quelle in campo sanitario e assistenziale. Le grandi tradizioni italiane nella mutualità e nella cooperazione sono peraltro sottolineate nella Costituzione. L’articolo 45 afferma: “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere mutualistico e senza fini di speculazione privata”. 



Lo spirito cooperativo nasce da lontano: dalle misericordie, che sono state i precursori delle attuali cooperative sociali, ai Monti di pietà che hanno costituito il fondamento delle banche popolari e del credito cooperativo, veri punti di forza di un sistema finanziario legato al territorio. Ed è proprio la tradizione italiana ad aver valorizzato in maniera significativa la dimensione “civile” di questa realtà.

In questa fase la riscoperta del valore originario della cooperazione può quindi essere certamente utile: soprattutto se al di fuori delle tentazioni del potere e dei privilegi operativi. È quanto ha fatto Veronica Ronchi, Senior Researcher e Project Manager presso la Fondazione Eni Enrico Mattei, che ha curato un libro (Donne ai vertici, sguardi ed esperienze di ventidue cooperatrici, Ed, Scripta, pagg. 230, € 18) sulla presenza femminile nella cooperazione trentina. Un libro in cui si ritrovano molti elementi rilevanti come la forza ancora viva della cooperazione con una dinamica che riesce ad adattare formule tradizionali alle nuove realtà economiche.



Come una particolare attenzione al non profit. Come sottolinea Elsa Fornero nell’introduzione, “domina una visione di Terzo Settore, dedita non tanto o non soltanto alla creazione di valore in sé, ma piuttosto alla creazione di benessere sociale nella comunità e per la comunità. Non si tratta però di eroine, bensì dell’espressione di una solidità di intenti, di una larghezza di vedute e di una lungimiranza nelle decisioni; di elementi, in sintesi, che rappresentano una delle ricchezze, forse poco conosciute, del nostro Paese”.

Un viaggio costruito sulle esperienze delle persone e sulla loro passione nella ricerca operativa per superare gli schemi tradizionali dell’economia. Da quindici anni opera in Trentino l’Associazione Donne in Cooperazione fortemente impegnata in iniziative di partecipazione e di formazione. La presidente Nadia Martinelli sottolinea come questo libro dia “voce a tante storie di donne, che nella narrazione tra passato e presente ci possano offrire spunti di riflessione, attraverso le loro esperienze di vita e di professione, e che possano essere di ispirazione e stimolo alle tante donne impegnate oggi nella faticosa conciliazione tra scelte di vita e lavoro”.

Tante testimonianze quindi che presentano la cooperazione come una prospettiva che è ancora di forte attualità. E i valori della mutualità, della sostenibilità e della condivisione vedono le donne come protagoniste con una presenza sempre più attenta e responsabile.

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