The Economy of Francesco è il titolo che il Papa ha scelto per convocare ad Assisi, dal 24 al 28 marzo 2020, giovani economisti e imprenditori del mondo, per mostrare e pensare un’economia diversa da quella che oggi esclude e “uccide” milioni di persone. Andremo nella città del poverello in nome di due Francesco: il santo d’Assisi e papa Francesco, l’uno accanto all’altro per ascoltare e prendere sul serio i giovani, che non hanno solo energia, entusiasmo, gratuità, bellezza: i giovani hanno un pensiero, anche un pensiero economico, e il Papa lo vorrà conoscere.
Il “Santuario della spoliazione” è uno dei luoghi francescani più importanti di Assisi. Lì Francesco chiuse definitamente con la sua prima vita, per dedicarsi interamente alla sua vita nuova. All’alba di ogni autentica vocazione (religiosa, civile, artistica, scientifica) c’è sempre la tappa della spoliazione. Arriva quando la persona chiamata capisce, con il linguaggio della carne e del sangue, che deve operare un “reset” della propria esistenza. Deve ripartire da zero, come fosse nato in quel momento. E per poter librare questo nuovo e folle volo ogni vestito è solo zavorra che àncora al suolo, e quindi va lasciato piegato in un “luogo a parte”.
In quel gesto c’è anche l’inizio di un’altra economia, di una oikos-nomos diversa, un governo della casa non più gestito dalla ricerca di profitti e di guadagni, di un regno dove la moneta non è l’oro, né l’argento, ma la charis: la gratuità. Dalla povertà scelta liberamente dai francescani nacquero istituzioni sine merito per liberare poveri che la povertà non l’avevano scelta ma subita. Quella spoliazione generò banche, quella prima gratuità fece nascere un’economia e una civiltà del gratuito che ha liberato e continua a liberare moltitudini di poveri. Solo chi conosce la gratuità può dar vita a nuove economie, perché è la gratuità che dà il giusto valore al denaro, ai profitti, e alla vita. Nel nostro mondo c’è un infinito bisogno di charis. Questo del Papa è un invito profetico: molti giovani stanno già rispondendo, tanti altri lo faranno.
Ad Assisi, visiteremo il ciclo giottesco sulla vita di San Francesco. Il solo episodio che manca in quelle ventotto meravigliose scene è il bacio di Francesco al lebbroso a Rivotorto. Quell’episodio decisivo nella vita di Francesco e del francescanesimo non è entrato nel ciclo pittorico perché i finanziatori della basilica non volevano che il mondo ricordasse la presenza dei lebbrosi ad Assisi. Lebbrosi scartati dalla storia e dalla narrazione di quella storia: la prima povertà di molti poveri è il non essere visti e raccontati.
Poi scopriremo anche che Francesco compose e cantò il Cantico delle creature alla Porziuncola nel 1225, ormai vicino alla morte. Solo con le stigmate si possono sentire e chiamare veramente il sole fratello e sorelle la luna, l’acqua e la morte. Il Cantico di frate sole è preghiera, ma è anche sintesi teologica e sapienziale di un’intera esistenza vissuta alla folle sequela di Cristo. L’ecologia francescana sa intuire una fraternità cosmica perché il primo fratello che ama è il povero scartato.
Quando papa Francesco scelse di intitolare Laudato si’ la sua Enciclica sull’ecologia e sull’economia ci ha ricordato che quel Cantico delle creature inizia con l’abbraccio al lebbroso; e che l’economia circolare, sostenibile è anche l’economia di Francesco solo se inizia dai lebbrosi di oggi. E poi, insieme a essi, dai mucchi di letame delle nostre città, alzare lo sguardo alla fraternità cosmica, e intonare Laudato si’.