UNIONI GAY, LA POSIZIONE DI ULRICH STEINER APPENA NOMINATO CARDINALE IN CONCISTORO
Mons. Leonardo Ulrich Steiner ha ribadito poche ore dopo essere stato nominato ufficialmente Cardinale nel Concistoro di Papa Francesco le proprie convinzioni circa l’approccio che la Chiesa dovrebbe tenere con le persone omosessuali.
Ebbene, l’arcivescovo di Manaus in Brasile ritiene – non da oggi – che le unioni civili tra i gay debbano essere non solo riconosciute ma legalizzate a pieno titolo. Intervistato in Vaticano da “LifeSiteNews” al termine del Concistoro di fine agosto, il neo-Card. Steiner ha confermato quanto già sostenuto da Sua Eminenza nel 2014 a domanda specifica: «poiché l’insegnamento della Chiesa sul peccato degli atti omosessuali fa parte del deposito della fede, come giustifica il riconoscimento legale di tali unioni?», è la domanda diretta al neo eletto Cardinale della Chiesa Cattolica.
La risposta del Card. Steiner è netta e si rifà alle parole usate da Papa Francesco anche nell’ultimo Sinodo: «Molti di loro vivono insieme fino alla fine della loro vita senza sicurezza» sottolinea riferendosi alle unioni civili tra omosessuali, «Non hanno assistenza dai servizi sanitari. Questo è molto serio. Ho visto persone andare fino alla fine (della loro vita) senza soldi». Secondo l’arcivescovo di Manaus, la teologia morale con il comportamento della Chiesa in merito alle unioni tra gay non dovrebbe c’entrare nulla: «Questa non è una questione fondamentalmente morale. È una vita. Questa è una domanda su un figlio di Dio».
CARD. STEINER, LA DOTTRINA DELLA CHIESA E L’INVITO DI ZUPPI
Il Cardinal Steiner è stato poi “sfidato” nell’intervista alla rivista cattolica in merito all’insegnamento della Dottrina della Chiesa sulla questione delle unioni civili: nel documento della Congregazione per la Dottrina della Fede – dal titolo “Considerazioni sui progetti per il riconoscimento giuridico delle unioni tra persone omosessuali” – si legge come «La Chiesa insegna che il rispetto per le persone omosessuali non può in alcun modo portare all’approvazione dei comportamenti omosessuali o alla legalizzazione delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l’unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali o equipararle al matrimonio significherebbe non solo approvare comportamenti devianti e farne un modello per la società odierna , ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell’umanità».
Interrogato in merito, il Cardinal Steiner rifiuta la definizione di “peccato” per le unioni tra persone omosessuali: «Come possiamo dire se è peccato se non vivono la fede cristiana?». Sempre in merito alle unioni gay, il neo nominato Cardinale nel 2014 alla rivista “O’Globo” spiegava come «Deve esserci un dialogo sui diritti alla vita condivisa tra persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme. Hanno bisogno del supporto legale della società». Nella lunga intervista all’”Osservatore Romano” il Presidente della CEI, Card. Zuppi, ricordava tramite l’esempio fulgido del rapporto e stima di Don Giussani con Pier Paolo Pasolini (dichiaratamente omosessuale, ndr) come la Chiesa debba avere un atteggiamento «accogliente e non giudicante, mentre veniamo spesso identificati come aprioristicamente giudicanti, anche quando magari non lo siamo […]. il Vangelo è la verità ma è ben diverso dall’atteggiamento farisaico, il quale comunica la Legge, mentre a noi il Vangelo chiede di comunicare l’Amore. Dirti la legge è condannarti. Non possiamo usare il Vangelo come una clava. La misericordia, l’ascolto non giudicante, l’attenzione pastorale non sono cedevolezze». Secondo il Cardinal Steiner l’insegnamento di Papa Francesco fa di fatto eco a quanto dice il Catechismo della Chiesa sugli omosessuali: «Devono essere accolti con rispetto, compassione e sensibilità’. Ogni segno di ingiusta discriminazione nei loro confronti dovrebbe essere evitato».