Il complicato mondo di Nathalie, diretto da David e Stéphane Foenkinos

Giovedì 25 luglio 2024, andrà in onda, in prima serata su Rai 3, alle ore 21:20, il melodramma dal titolo Il complicato mondo di Nathalie.
La produzione francese è datata 2017 ed affronta tematiche di grande attualità. La regia è affidata a David e Stéphane Foenkinos. Quest’ultimo è molto attivo come direttore del cast, avendo ricoperto tale ruolo per lavori di primissimo rilievo, tra cui Casino Royale e Harry Potter, lavorando fianco a fianco con registi celebri, da Woody Allen a Peter Greenaway.
David, invece, ha avuto maggiore successo in terra francese e ha scritto anche un romanzo, la cui trasposizione è stata curata anch’essa dal fratello.



La protagonista de Il complicato mondo di Nathalie è interpretata da Karin Viard, attrice molto nota in Francia per aver preso parte a molte commedie, ma non solo. Ha fatto parte anche del cast di film pluripremiati come Delicatessen (1991) e L’odio (1995). Completano il cast Dara Tomdroff, Thibault de Montalembert, Anne Dorval e Bruno Todeschini.



La trama del film Il complicato mondo di Nathalie: il tempo che passa e la voglia di tornare adolescenti

Ne Il complicato mondo di Nathalie, quest’ultima è una splendida cinquantenne che fa di tutto per mantenersi bella e in forma. Professionalmente ha una carriera ben avviata perché insegna lettere e, nel ruolo di professoressa, è particolarmente apprezzata.

Come madre dimostra grandi attenzioni nei confronti della figlia, ma la ricerca quasi ossessiva di perfezione la porta a sviluppare una forma poco sana di gelosia. È proprio la figlia Mathilde a farne le spese dirette, con una pressione oltremodo eccessiva da parte della mamma. Mathilde è una ragazzina appena maggiorenne, appassionata di danza e molto carina.



Le distorsioni caratteriali di Nathalie impattano inoltre su tutte le persone che la circondano, pregiudicando il rapporto con gli amici più stretti, con i colleghi di lavoro e persino con i vicini.
Nathalie si accorge di avere qualcosa che non va, perciò si rivolge al proprio medico curante. Il profilo psicologico che viene tracciato è quello di una donna assalita da un umore cattivo. Tra le spiegazioni più plausibili c’è la menopausa che sta per arrivare, in un periodo in cui le tensioni possono prendere facilmente il sopravvento. L’età che avanza è l’indiziata perfetta ma non c’è una diagnosi esatta del disturbo, in quanto è come se la donna si ritrovasse in una fase di adolescenza tardiva.

L’attrice riesce a divincolarsi in questo turbine di emozioni esprimendo una grande capacità interpretativa. Il film si muove dunque sulla dimensione puramente intima dell’attrice, indagando ma evitando di dare risposte preconfezionate, in un’altalena continua dove il sorriso e la nota malinconica coesistono senza soluzione di continuità.

Quando Nathalie guarda la propria figlia, il fiore puro della giovinezza diventa una sfida difficile da vincere, per una donna matura che non intende abbandonarsi alla transizione naturale. Il desiderio di ritrovare l’amore adolescenziale cresce a dismisura, diventando quasi invidia, producendo una frustrazione intollerabile, con il rischio di essere relegata alla figura femminile non più attraente.

Il filo conduttore più interessante del film è proprio questo, cioè il racconto di una trasformazione estremamente complessa da accettare. Non ci sono assoluzioni nei confronti di Nathalie e non c’è nemmeno il risvolto compassionevole. La realtà nuda e cruda dei cinquant’anni si identifica in una gelosia riportata fedelmente e senza filtri.