Il quotidiano La Verità tramite un articolo a firma Maddalena Loy, si è concentrato nella giornata di ieri sul proliferare delle videocamere nelle città ma anche e soprattutto sul concetto di trasparenza, titolando un eloquente “Tutti sotto controllo”. Secondo quanto riferisce Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum (Wef), «In questo nuovo mondo si dovrà accettare la trasparenza totale», «tutto sarà trasparente, bisognerà abituarcisi e comportarsi di conseguenza. La trasparenza sarà integrata nella personalità degli individui. Ma se non si ha nulla da nascondere, non si dovrebbe aver paura».



Uno scenario che però sembra l’esatto opposto della trasparenza, specifica la Loy. La giornalista ricorda come per decenni la trasparenza è stata interpretata in senso democratico, dando al cittadino la possibilità di controllare l’operato dei governi e dei funzionari pubblici, e di verificare come fossero spesi i loro soldi. Tutto è cambiato però da una decina d’anni a questa parte, a cominciare da quando uscirono le rivelazioni di Julian Assange su Wikileaks e in seguito quelle di Snowden, in cui si scoprì come la popolazione americana fosse molto preoccupata che le proprie comunicazioni private fossero violante.



TRASPARENZA: “IN POCHI ANNI FLI INFORMATORI SONO DIVENTATI CATTIVI”

“In pochi anni – scrive Maddalena Loy – in concomitanza con l’elezione di Donald Trump, è cambiato tutto: Snowden e Assange sono oggi considerati agenti stranieri (probabilmente russi) e trattati come tali. All’improvviso, gli informatori sono diventati «cattivi» e i documenti autentici sono stati bollati come «disinformazione»”.

Quindi aggiunge: “Le libertà civili sono ormai considerate una scusa per proteggere razzisti e agenti di disinformazione”. Ha quindi citato il caso Seymour Hersh, Premio Pulitzer nel 1970, che ha denunciato il fatto che i gasdotti Nord Stream 1 e 2 sarebbero stati sabotati da americani e norvegesi, ma articolo immediatamente bollato come falso. Il termine “trasparenza” è stato quindi completamente stravolto “Oggi, quando politici e media parlano di «trasparenza», si riferiscono al potere di ottenere «trasparenza» sulle attività dei privati cittadini”, e “La stampa, che dovrebbe sfidare il potere, ne è ormai diventato l’agente esecutore”, sottolineando come oggi vi è la totale assenza di privacy e le popolazioni dovranno imparare ad accettare tale nuovo modo di vivedere.



TRASPARENZA E TELECAMERE, IL CASO DI IVREA

Maddalena Loy conclude la sua disamina scrivendo: “Ormai trasparenza significa cedere privacy allo Stato, mentre dovrebbe essere il contrario. Le nuove avanguardie intellettuali con la mano destra perseguono la trasparenza totale quando si tratta di rovistare nelle opinioni personali dei cittadini, con quella sinistra si oppongono a qualsiasi tentativo di controllo sull’operato delle istituzioni. In sintesi, se anni fa a fare scandalo erano gli abusi delle istituzioni, oggi lo scandalo siamo noi, le nostre informazioni, le nostre opinioni”.

E a proposito di trasparenza, proprio La Verità pubblica un articolo riguardante la cittadina di Ivrea, in provincia di Torino, dove si è deciso di attuare il progetto di installazione di videocamere in città denominato Smart Ivrea, che serve per «ottimizzare l’erogazione dei servizi pubblici, introducendo alcuni principi dell’economia comportamentale (sistema premiale per l’assunzione di comportamenti virtuosi del cittadino)». Un metodo che secondo La Verità assomiglierebbe molto a quello cinese, progettato per indurre i cittadini ad adottare un comportamento migliore, con un credito che varia a seconda delle azioni compiute, come ad esempio non gettare la carta per terra, segnalare un delinquente. E con Smart Ivrea si introduce anche un sistema di moneta virtuale (appunto i crediti guadagnati con le buone azioni), «il primo ecosistema nazionale di moneta virtuale (Ivrea-Coin)» che “potrebbe portare – aggiunge La Verità – a breve, all’eliminazione del denaro contante”.