Gruppi estremisti in tutto il mondo stanno capitalizzando la pandemia di coronavirus per radunare i loro membri attorno a una causa comune e diffondere caos e violenza, secondo un nuovo rapporto. In un articolo pubblicato martedì, il reporter Bridget Johnson, attualmente caporedattore di Homeland Security Today, scrive che i gruppi militanti più attivi al mondo hanno emesso numerosi editti e proclami su Covid-19



Johnson spiega che la maggior parte dei gruppi di militanti “hanno mostrato qualche preoccupazione” per la salute e il benessere dei loro membri in mezzo alla pandemia. Lo Stato islamico è stato senza dubbio il primo gruppo islamista a istruire i suoi membri a prendere precauzioni contro il Covid-19. Johnson scrive infatti che il gruppo ha iniziato a evidenziare la minaccia del virus a gennaio, quando un articolo su Al-Naba, la newsletter settimanale dello Stato islamico, ha espresso “crescente preoccupazione per la diffusione del virus infettivo”. Da allora il gruppo militante ha prescritto che “i sani non dovrebbero entrare nella terra dell’epidemia e gli afflitti non dovrebbero uscire da essa”, e ha consigliato ai suoi membri di lavarsi le mani e “coprirsi la bocca quando si sbadiglia e si starnutisce”.



Nell’ultimo mese, i talebani afgani hanno portato avanti una “campagna di sensibilizzazione Covid-19” nelle aree sotto il loro controllo. La campagna è incentrata su eventi della comunità che prevedono la distribuzione di maschere, saponi e opuscoli informativi alle famiglie. I comandanti talebani hanno anche emesso regolari avvertimenti e minacce contro coloro che sono sorpresi a ricorrere a truffe sui prezzi o ad accumulare cibo e forniture. In recenti comunicati, i talebani hanno definito il coronavirus “un decreto di Allah” e hanno esortato i loro seguaci a rispondervi “in conformità con gli insegnamenti del Santo Profeta”, comprese le letture quotidiane del Corano, pentendosi e recitando preghiere.



Le pubblicazioni di al Qaeda hanno descritto la diffusione di Covid-19 nelle comunità musulmane come “una conseguenza dei nostri peccati e della nostra distanza dalla metodologia divina, e della corruzione morale”. Il gruppo ha anche incaricato i suoi seguaci di interpretare il coronavirus come “un potente tsunami” che ha il potenziale per rovinare l’economia americana. Un recente articolo dei propagandisti di al Qaeda ha sottolineato che il co-fondatore del gruppo, Osama bin Laden, “spesso indagava sull’impatto economico degli attacchi dell’11 settembre a differenza di molti altri che limitavano la discussione alle vittime”, secondo il giornalista Johnson. Inoltre l’inchiesta di Johnson Aggiunge che al Qaeda ha invitato i suoi membri a “trasformare questa calamità in una causa per unire i nostri ranghi, [perché] ora è il momento di diffondere l’Aqeedah [il credo] corretto, chiamare le persone alla jihad sulla Via di Allah, e a combattere contro l’oppressione e gli oppressori”.

Nel frattempo, alcune pubblicazioni dello Stato islamico in paesi come l’India hanno sottolineato che, con soldati e agenti di polizia “dispiegati in strade e vicoli” durante la pandemia di coronavirus, i jihadisti hanno “facili obiettivi”. I membri dello Stato islamico sono anche invitati a “intensificare la pressione”, mentre i governi nazionali di tutto il mondo sono “preoccupati a proteggere i loro paesi”.

Negli Stati Uniti il Dipartimento per la sicurezza nazionale, il Federal Bureau of Investigation e il National Counterterrorism Center hanno emesso diversi avvertimenti in merito alle minacce fatte da estremisti violenti motivati a livello razziale (Rmve) in relazione alla pandemia. Gli avvertimenti affermano che gli Rmve hanno discusso di come armare il virus e usarlo per infettare membri di minoranze razziali o etniche. Alcuni teorici dei suprematisti bianchi hanno utilizzato forum online per discutere della loro speranza che le risposte alla pandemia da parte dei governi di tutto il mondo “possano arrestare l’economia globale, accelerare il collasso sociale e condurre a una guerra razziale”. Altri gruppi di Rmve hanno promosso teorie cospirative incolpando le minoranze etniche e religiose – in primis ebrei – per la pandemia di coronavirus.

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