Ma, insomma, come giudicare quello che ogni giorno di più si configura come l’affare De Luca? Come intendere quel suo linguaggio rude e diretto che tanto infastidisce le orecchie innocenti di chi s’indigna al solo ascolto? Come valutare la decisione della Commissione parlamentare Antimafia, presieduta dall’onorevole Bindi, di chiedere alla procura di Napoli le carte di un’inchiesta appena avviata e già tanto rumorosa?
Le risposte possono essere tante quante le diverse sensibilità e appartenenze politiche, ma la voce di chi condanna si leva oggi molto più alta di chi assolve, secondo una deriva giustizialista che in questo Paese riguarda ormai ogni controversia a partire dalla marmellata che scompare dal barattolo. Il governatore della Campania è messo all’indice come persona rozza e indifendibile per un’esuberanza verbale certamente fuori ordinanza.
A far precipitare le cose la doppia occasione offerta ai suoi denigratori del fuori onda sulla Bindi che al tempo delle elezioni amministrative l’aveva definito Impresentabile per un abuso d’ufficio dal quale è stato poi assolto (“da ucciderla”) e l’invito a riscoprire una sana e salutare clientela per portare un po’ di voti al mulino del Sì rivolto a una platea di amministratori locali riunita per l’occasione in un albergo napoletano.
Il cielo si è aperto ed è piovuto giù di tutto, compreso l’immancabile riferimento ad atteggiamenti camorristici che forse sono più che semplici atteggiamenti perché è impensabile che un rappresentante delle istituzioni usi un linguaggio di questo tipo che squalifica lui, indebolisce la sua battaglia, mette in imbarazzo gli amici che non possono più difenderlo, mentre somiglia sempre più all’imitazione di Crozza che riesce perfino a superare in fantasia.
Questo è quello che si può leggere sui giornali o ascoltare nei talk show condizionati per convinzione di casta o ipocrisia salvifica dalla dittatura del politicamente corretto che preferisce il nulla ben confezionato al contenuto nudo e crudo. E così non resta che deprecare in pubblico Parole Irripetibili e Comportamenti Inaccettabili come se De Luca fosse stato il primo a pronunciarle e l’unico a tenerli in un ambiente notoriamente cavalleresco.
Ma in privato le cose cambiano e i motti di simpatia superano di gran lunga le smorfie del disgusto come il presidente campano certamente sa, avendo costruito sul suo personaggio una fortuna elettorale che lo accompagna da oltre vent’anni e non minaccia di abbandonarlo nemmeno in quest’ora cruciale del referendum costituzionale dal quale potrebbe uscire, almeno nel Mezzogiorno, unico vincitore ridendo di chi ora di lui si beffa.
Conta sull’effetto Trump l’ex sindaco di Salerno che a chi lo attacca per il suo frasario colorito può rispondere dando la plastica dimostrazione di quello che è stato capace di realizzare con la forza della volontà in una media città del Sud mentre il resto del Paese è sostanzialmente fermo.
Il 4 dicembre, giorno del fatidico voto, sapremo chi rappresenta con più legittimazione un elettorato che nel segreto delle urne continua a sorprendere.