Al suo sesto Festival di Sanremo, Max Gazzè, vestito da Leonardo Da Vinci, ha interpretato il brano “Il Farmacista”. Il testo è indubbiamente profondo e ricco di riferimenti al mondo della scienza medica (e non solo), che testimoniano una tangibile conoscenza della materia da parte del cantante. La canzone, però, almeno al primo ascolto, non convince troppo: il ritmo e le sonorità risultano ardue da ricordare e la comprensione del singolo nel suo insieme appare davvero complicata.

Nonostante il travestimento da Leonardo Da Vinci, il pezzo di Gazzè manca di quella leggerezza e di quel brio che l’artista è solito regalare al pubblico e agli spettatori. Il ritornello non rimane impresso e provare anche solo a fischiettarne il motivetto sembra un’impresa difficilissima. È soltanto l’impressione della prima serata, certo, ma la sensazione, ora come ora, è che (forse) solo un altro ascolto potrà salvare “Il Farmacista” da un piazzamento nella colonna di destra della classifica generale. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

MAX GAZZÈ “IL FARMACISTA”, ANALISI TESTO: RIMEDI NATURALI E…

Forse non era il caso presentarsi al Festival di Sanremo 2021 in questo periodo di pandemia e morti quotidiane con una canzone intitolata proprio “il farmacista”, immagine che richiama immediatamente le code fuori delle farmacie in cerca di mascherine e medicine. Ma Max Gazzè, come ha dichiarato lui stesso, non intendeva riferirsi al Covid, tutt’altro. Usando il suo usuale spirito iconoclasta e umoristico, ironizza il rapporto con la fidanzata citando vari rimedi medicinali e naturali come va di moda oggi per sconfiggere gli sbalzi d’umore, la mania per lo shopping e quant’altro. Il popolare cantautore infatti sul palco è accompagnato da una improbabile Trifluoperazina Monstery Band. La trifluoperazina è infatti un antipsicotico usato principalmente per trattare la schizofrenia, ma può anche essere usato per disturbo d’ansia generalizzato. Sappiamo infatti come oggi l’uso degli anti depressivi sia diventato un fenomeno di massa, anche quando non ce ne sarebbe bisogno. L’ironia è già nell’attacco del brano che si apre con una citazione del classico film Frankenstein Jr, “(Si può fare!)” e poi via con i rimedi: “Polvere d’amore / Té verde due bustine / (…) Dimetisterone / Poi Norgestrel in fiale / Per chiuderci / Una notte / In camera!”.

MAX GAZZÈ “IL FARMACISTA”, ANALISI DEL TESTO: IL DOTTOR FRANKENSTEIN IMPAZZITO

Il protagonista, il farmacista, è insomma una sorta di dottor Frankenstein che crea lui stesso i medicinali per la sua amata (“Vedrai che male / Non ti fa / Te le ho create io/ Ma in nome della scienza / Per quella tua tendenza / Alla rigidità”). Ma c’è un problema, dice, è che nonostante tutti gli esperimenti ancora non ha visto se la cura funziona. Anzi, sembra quasi che il farmacista goda a sperimentare sulla sua fidanzata che evidentemente non sopporta più questi cocktail micidiali (“una biochimica pozione!”) per ogni sua magagna che “mi rompe l’anima!”. Nella canzone il farmacista di Max Gazzè, il farmacista continua imperterrito a elencare prodotti fantastici, dai fiori di Bach alla vitamina E, dal guaranà allo zafferano, lavanda e passiflora, quei prodotti naturali per cui tante donne vanno matte. Lui può guarire qualunque imperfezione, anche “la pettegola che origlia”. Il finale è a sorpresa: in realtà il farmacista è un malato di mente, si accorge di essere imprigionato da una camicia di forza. Insomma un mondo di matti.